LOW & ORDER

Forza Italia "spara" sulla Lega,
ma solo per legittima difesa

Gli azzurri chiedono di superare lo stallo e procedere con la pdl Gelmini. Una mossa che irrita l’(ex) alleato e fa emergere le contraddizioni interne alla maggioranza. Porchietto: “Basta annunci”. Costa, uno degli autori del testo, spiega i capisaldi della proposta

Solo chiacchiere e distintivo, anche se è una stella da sceriffo sul petto gonfiato di Matteo Salvini. “Per ora abbiamo ascoltato solo annunci ai quali non è seguito uno straccio di provvedimento concreto” accusa la deputata piemontese Claudia Porchietto e, insieme a lei, i parlamentari di Forza Italia riversano una gragnuola di colpi sul bersaglio grosso aprendo dall’opposizione la battaglia sulla legittima difesa, prevedibile oggetto di frizioni tra Lega e M5s. Come se un trombettiere azzurro avesse suonato la carica, è partito un susseguirsi di dichiarazioni ed esortazioni al Governo su quello che da sempre è uno dei cavalli di battaglia del Capitano. Ma non un tema solo suo: “Mariastella Gelmini ha messo sul tavolo una proposta concreta sulla legittima difesa, utile finalmente a sbloccare il colpevole stallo che vive il Governo Conte e che può essere approvata attuando finalmente un punto del programma di governo che è del centrodestra” dicono gli azzurri. Ai quali rispondono con una breve nota che trasuda irritazione, i capigruppo della Lega a Montecitorio e Palazzo Madama, l’alessandrino Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo: “Questo Governo nei prossimi mesi, non altri governi in tanti anni passati, restituirà il diritto alla legittima ai cittadini italiani. Questo è l’impegno che la Lega manterrà. Il resto sono chiacchiere”.

Quando un uomo col fucile incontra un uomo con la pistola, quello con la pistola è un uomo morto, diceva Clint Eastwood in Per un pugno di dollari: sarà da vedere se Salvini lascerà a pistola a Luigi Di Maio quando si tratterà di affrontare la questione, per molto più di un pugno di voti. Il tema è divisivo come pochi altri, si sa. Proprio su di esso si era incominciato ad incrinare il rapporto tra l’allora ministro per gli Affari Regionali Enrico Costa (che si sarebbe dimesso alcuni mesi dopo) e il governo di Paolo Gentiloni. L’allora ancora (per poco) alfaniano già vice del guardasigilli Andrea Orlando nel gabinetto Renzi, mostrò la sua contrarietà alla linea del guardasigilli sull’uso delle armi, tenendo il punto su quello che per lui è sempre stato uno dei temi della sua azione politica. Oggi il parlamentare piemontese guida il gruppo di Forza Italia in commissione Giustizia e ha collaborato alla stesura della proposta Gelmini.

Onorevole Costa, volete scippare alla Lega questo cavallo di battaglia?
«Noi vogliamo dare uniformità di giudizio tra i tribunali ed  evitare a chi ha subito un crimine sia costretto a peregrinare per le aule di giustizia, con costi economici e psicologici, per poi vedersi quasi sempre riconosciuto il fatto di essersi difeso legittimamente. Oggi in moltissime circostanze le persone che si difendono reagendo a un crimine vengono a loro volta incriminate e chi è più fortunato ottiene un’archiviazione dopo alcuni mesi, altri passano per  tre gradi di gidizio per poi vedere quasi sempre riconosciuta la legittima difesa».

Cosa non funziona nella normativa attuale?
«Innanzitutto l’onere della prova.  Il dimostrare di aver agito legittimamente è a carico della persona che la invoca. In sostanza lo Stato perdona il reato, lesioni o omicidio, invocando la legittima difesa , che deve essere, però, dimostrata dall’interessato».

La vostra proposta di legge elimina questo onere?
«È così, ma non solo. Noi proponiamo il diritto di difesa, ovvero invertire il passaggio. Non è più lo Stato che ti dice: hai commesso un reato e se mi dimostri cheti sei difeso legittimamente ti perdono. Se sussisto le condizioni che indichiamo nella proposta di legge, ovvero sei in casa e c’è stata un’effrazione, un inganno, un’aggressione, a quel punto scatta il dritto di difesa. E a dimostrare che non c’è dev’essere la pubblica accusa. Il diritto di difesa si presume a quelle condizioni date».

Però c’è chi ribatte, citando i dati che indicano una riduzione dei reati,  che il centrodestra cavalca la paura rischiando di trasformare l’Italia in un Far West.
«Nessuno vuole il Far West, nessuno incita a sparare. Però c’è la necessità di prendere coscienza di una situazione e del bisogno di adeguare le norme. La criminalità è cambiata:  una volta il ladruncolo se si accendeva la luce scappava, oggi ci sono bande efferate, pronte a tutto. Per questa ragione a quelli che dicono di non capire la preoccupazione crescente a fronte di una diminuzione dei reati, facciamo osservare che possono diminuire nel numero, ma non nella loro portata criminale» .

Lei è stato viceministro alla Giustizia e dice che su questa materia non c’è uniformità di giudizio, colpa della legge poco chiara?
«In ogni tribunale si decide in maniera diversa, questo è evidente. Con una legge più definita non dovrebbe più poter accadere».

E non ci sarà più neppure l’iscrizione nel registro degli indagati per chi ha sparato per difendersi?
«Sarebbe ridotta moltissimo. Di fatto non scatterebbe più l’ipotesi di reato di eccesso di legittima difesa».

La Lega è parsa non poco irritata per la vostra iniziativa di chiedere di calendarizzare il testo Gelmini, eppure siete sulla stessa lunghezza d’onda sul tema. Insomma l’idea dello scippo e dello sgambetto ci sta. L’impressione è che vogliate mettere in difficoltà Salvini con i Cinquestelle.
«Le proposte della Lega erano più vicine alle nostre, quelle dei cinque stelle differivano molto. Dovranno trovare una sintesi, anche se lo ritengo molto difficile».

Intanto mettete sul tavolo la vostra proposta.
«Può essere di supporto alla Lega, L’importante è che non venga snaturata».

Non sembra essere troppo gradita come offerta, il vostro alleato alle elezioni dice  che nei prossimi mesi il Governo restituirà la legittima difesa agli italiani.
«Nel 2006 l’allora ministro della Giustizia Roberto Castelli era intervenuto sulla materia, ricordo i titoli trionfalistici, ma  alla fine siamo di nuovo qua e non si è risolto nulla. Bisogna agire con concretezza e non solo per proclami».

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