VERSO IL 2019

"Se il Pd c'è batta un colpo"

Accantonare per un attimo il toto-nomi e dedicarsi ai temi. Così i Radicali chiedono le primarie delle idee in vista delle elezioni regionali. Viale: "Torniamo tra la gente come facemmo ai tempi di Castellani". Ma i dem paiono in catalessi

Sembrerà pure il solito déjà vu, ma in mancanza d’altro anche le “primarie delle idee” lanciate dai Radicali, in vista delle prossime elezioni regionali, possono diventare un modo per svegliare dal torpore il Pd. L’idea era stata annunciata per la prima volta da Igor Boni, numero uno dell’Associazione Aglietta, durante il forum della coalizione promosso un mese fa da Sergio Chiamparino: reazioni entusiastiche, pacche sulle spalle e via che si parte. Da allora, però, “il Pd si è fermato” dice Silvio Viale, che quando parla di primarie delle idee ricorda la stagione di Valentino Castellani e Alleanza per Torino, e poi, nel 2010, il movimento dei post-it in cui i cittadini indicavano emergenze e proposte: “Già allora emersero due città, una al di qua di corso Regina Margherita che chiedeva più lavoro e un’altra, nella zona Nord, che parlava di sicurezza e immigrazione”.

Una stagione fortunata per un centrosinistra che allora seppe innovarsi cercando nella borghesia cittadina quelle energie che ai vecchi partiti, usciti con le ossa rotte da Tangentopoli, mancavano. Una stagione che in tanti oggi tornano a invocare: Viale, allora militante dei Verdi, fu tra i protagonisti, così come Chiamparino che da segretario del Pds schierò il suo partito al fianco di Castellani. Poi ci fu il 2010 con Idee per Torino, e anche in quel caso l'ex sindaco e professore universitario fu uno dei principalli animatori.

Un'esperienza per certi versi simile venne promossa da un pezzo di Pd alla vigilia delle ultime amministrative di Torino con “Accorciamo le distanze”, ma lo stato maggiore del partito osservò con un certo distacco quell'iniziativa, probabilmente sottovalutandone le indicazioni.

Come nel 1993, anche oggi c’è chi invoca la regia del principale partito della coalizione: “Se il Pd c’è batta un colpo” dice Boni che dopo un primo confronto con il capogruppo a Palazzo Lascaris Domenico Ravetti ha assistito all’inesorabile inerzia di un partito che ormai fatica a mettersi in moto. La richiesta è di una mobilitazione su tutta la regione attraverso la quale individuare una mappa delle priorità a seconda dei territori. Se nel 1993 l’iniziativa coinvolse un migliaio di persone, oggi “serve una platea più ampia da intervistare e per questo abbiamo bisogno del Pd, della sua macchina organizzativa, sperando capisca che il dibattito non può continuare a svolgersi all’interno di un ceto politico, ma deve estendersi alla cittadinanza”. Insomma, prima le idee, poi i nomi.

Una questione che è ben chiara a Chiamparino, il quale infatti aveva benedetto già a suo tempo l’iniziativa, “gettando il cuore oltre l’ostacolo, ma come spesso gli accade poi se l’è andato a riprendere” ci scherza su Viale, che starebbe accarezzando l'idea di una candidatura per Palazzo Lascaris. Secondo i Radicali, che dopo il soddisfacente risultato della lista +Europa di Emma Bonino alle scorse politiche (4 per cento a livello regionale con punte in alcuni quartieri di Torino del 10) si considerano a tutti gli effetti un pezzo determinante della coalizione, il tempo è ormai scaduto: “Dobbiamo lanciare entro l’estate l’iniziativa, per allestire i gazebo a settembre e avere dei risultati a ottobre”.

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