Olimpiadi, dire sì per farsi dire no

Diciamo si per dire no e la colpa è del Coni. Coscienza salva e Torino a casa. Ecco il mio intervento potrebbe finire qui, ma l’importanza della vicenda impone alcune ulteriori riflessioni. Il refrain di questa amministrazione è fino ad oggi sempre stato “per colpa di chi”. A volte era colpa di Chiamparino, a volte era colpa di Fassino, a volte era colpa dei conti disastrati della Città di Torino e oggi abbiamo imparato che è anche colpa dei ricercatori. Mai una volta che il sindaco Appendino abbia avuto il coraggio di dire “è colpa mia”. È colpa della mia incapacità di amministrare questa Città e dare una prospettiva ai torinesi. È colpa mia se non riesco a governare la maggioranza e ad assumere decisioni importanti per la Città.

In questa prospettiva oggi ci troviamo quindi chiamati a votare una delibera irricevibile che dovrebbe sostenere la candidatura di Torino alle Olimpiadi Invernali del 2026 e che invece da un lato, se votata, così come presentata dalla maggioranza escluderà Torino dalla corsa per le Olimpiadi Invernali del 2026 in quanto palesemente in contrasto con quanto richiesto dal Coni, mentre se non viene votata Torino sarà comunque esclusa.

In merito mi sorge spontanea una domanda: ma la giunta pentastellata che conta fra i suoi membri: bocconiani, professori universitari, dottori commercialisti e avvocati di grido, conosce la lingua italiana? Conosce il significato delle parole “piena ed incondizionata”. Perché questo ha chiesto il Coni. Una Delibera di sostegno piena ed incondizionata. Ciò presuppone che attorno alla candidatura di Torino si coaguli il consenso dei vari settori della Città, ma ciò purtroppo non è accaduto per la presunzione del sindaco Appendino che non ha voluto coinvolgere i settori produttivi di Torino.

E allora mi chiedo, avendo letto la proposta di delibera, perché prendiamo in giro il Consiglio e spendiamo inutilmente i soldi per questa seduta? E infatti la bozza di delibera oggi in discussione vorrebbe fare una sintesi delle inconciliabili posizioni della maggioranza Cinque Stelle sull’argomento in oggetto, ma riesce soltanto a far fare una brutta figura alla Città danneggiando gravemente l’immagine di Torino e le prospettive future della nostra Citta, ponendo condizioni inaccettabili, per il solo fatto di essere condizioni, che di fatto escludono Torino dalla corsa olimpica. E non basta una spruzzatina di inglese qua e là “Torino cashless 2026” e strategia plastic free per rendere presentabile quello che non lo è.

La conseguenza di tutto ciò è che Torino, se il Coni terrà fede ai requisiti richiesti, verrà esclusa dalla corsa olimpica ed io sento già in sottofondo il coro “per colpa di chi”. E questa volta il colpevole è il Coni (che chiede quanto la maggioranza Cinque Stelle non ha la forza politica di dare), o forse Milano che beneficerà dell’autogol di Torino. Ma i danneggiati sono solo tutte quelle persone ragionevoli che vorrebbero una presa di posizione chiara da parte della maggioranza pentastellata a sostegno della candidatura di Torino.

Io mi limito a dire che il disastro annunciato è colpa del sindaco Appendino, della sua incapacità di governare la Città e la maggioranza e qualcuno prima o poi gliene chiederà conto.

Non posso essere partecipe di questo imbarazzante teatrino e mentre confermo il mio totale sostegno alla candidatura di Torino Città Olimpica non posso che votare contro ad una delibera che prende in giro il Coni, il Cio e i Torinesi.

Sorvolo infine sulla commissione d’inchiesta relativa a Torino 2006 perché non vale perdere tempo a commentare le pagliacciate; occorrerebbe avere l’onestà intellettuale di riconoscere che il debito post Olimpiadi non è colpa di Chiamparino o Fassino ma dei minori trasferimenti dallo Stato passati durante la Giunta Fassino da 1,5 miliardi di euro a 300 milioni in cinque anni.

*Alberto Morano, consigliere comunale di Torino

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