CINQUE CERCHI

"Olimpiadi Sì, ma a modo mio"

Appendino e il M5s: "Il nostro è un ok condizionato". Malagò diventa il nemico numero uno e l'alleanza con Milano un pericolo da scongiurare. Opposizioni all'attacco. A Roma, intanto, confronto "tecnico" con la commissione del Coni

Olimpiadi Sì, ma non a tutti i costi. È questa la posizione ribadita ancora oggi in Sala Rossa da Chiara Appendino durante la discussione sulla delibera presentata dal Movimento 5 stelle in cui la maggioranza di Torino si propone come candidata alla grande kermesse a Cinque Cerchi, ma solo alle proprie condizioni e cioè con i 12 punti già sottoscritti nella mediazione delle settimane scorse con l’aggiunta di altri quattro in cui viene sancita l’indisponibilità del capoluogo piemontese a sobbarcarsi oneri finanziari (“No a nuovi debiti”) e soprattutto a un’alleanza con Milano in cui i pentastellati temono di ritrovarsi a fare da “stampella”. (Leggi la delibera del M5s)

Nel confronto in Sala Rossa, la sindaca e il gruppo grillino sono apparsi compatti nel tenere la posizione trovata in una serie di riunioni interne e non sono mancate le stilettate nei confronti del Coni e dei “deliri di onnipotenza” di Giovanni Malagò (dixit la capogruppo M5s Valentina Sganga), reo di aver chiesto al Consiglio comunale una “cambiale in bianco”, quando ha posto come condizione alla candidatura un consenso “pieno e incondizionato” da parte dell’aula. “Il Coni chiede a un Consiglio di rinunciare alle sue prerogative democratiche, mentre il nostro è un sostengo tutt’altro che incondizionato, ma condizionato a un mandato che abbiamo ricevuto dagli elettori. Chi non pone condizioni – ha proseguito Sganga - dice sì al debito e a Torino stampella di Milano”.

Un clima decisamente diverso rispetto a quello che ha accompagnato la delegazione torinese – composta dall’assessore allo Sport Roberto Finardi, dal sindaco di Sestriere Valter Marin e dall’architetto Alberto Sasso, l’estensore del dossier – nel confronto avuto a Roma con la Commissione designata da Malagò per analizzare i diversi studi di fattibilità. “È andata bene – dice Marin – dopotutto ci siamo presentati preparati all’appuntamento”. Il confronto è durato circa 40 minuti, gli stessi concessi prima alle delegazioni di Cortina e Milano. “Si è parlato esclusivamente del dossier – precisa Marin – nessuna considerazione politica” e su una eventuale partnership tra Milano e le Valli olimpiche si limita a dire che “per il momento la questione non è all’ordine del giorno. Si è discusso di temi tecnici”. All’insegna del fair play anche le parole di Carlo Mornati, segretario generale di Palazzo H e membro della commissione: “Per il Coni è bello avere tre città impegnate. Oggi è la prima volta che si parlava dei dossier che hanno format predefiniti. Ci vedremo ancora due o tre volte per tirare le somme e poi dare al Consiglio Nazionale del Coni le informazioni necessarie – ha proseguito Mornati –. Cercheremo di tirare fuori punti di forza e debolezza e poi sarà il Consiglio a decidere”. La scelta è prevista per il primo agosto, se serviranno ulteriori approfondimenti la data ultima è il 10 settembre, poiché ai primi di ottobre il Coni dovrà portare alla Sessione del CIO di Buenos Aires il nome di una città che inizierà il percorso da candidata ufficiale.

Intanto, però, a Torino maggioranza e opposizioni restano divise. Il Pd con Piero Fassino e il capogruppo Stefano Lo Russo ha chiesto a sindaca e maggioranza se davvero vogliano queste olimpiadi, sostenendo che sia “più che normale che il Coni chieda il sostegno incondizionato, è un segnale politico e auspichiamo che la sindaca convinca i suoi a emendare la delibera così che non appaia come una sberla in faccia a Malagò”. Al termine della discussione è arrivato anche il botta e risposta tra gli ultimi due primi cittadini di Torino con Fassino che chiede senza girarci in torno: “Le Olimpiadi le volete fare o no” e la Appendino che ribadisce il suo “Sì condizionato”. “Porre delle condizioni è un elemento di trasparenza e responsabilità verso chi dovrà decidere” ha affermato la sindaca, secondo la quale “non è corretto” chiede un via libera “incondizionato”, giacché pure Beppe Sala ha messo un paletto rispetto all’alleanza con Torino “e cioè che Milano dovrà essere capofila” ed ecco di nuovo il “complotto della stampella”. Una diffusa e palese ostilità nei confronti del Coni è in ogni intervento dei Cinquestelle, come dimostrato anche dal consigliere grillino (e No Olimpiadi) Damiano Carretto, che, giusto per rasserenare un po’ il clima, ha da poco protocollato la richiesta di istituire una commissione d’inchiesta su Torino 2006: “Perché dobbiamo prostrarci al Coni?” chiede retoricamente.

I documenti in discussione – la delibera del M5s e l’ordine del giorno del Pd – non sono stati votati a causa di 186 emendamenti ostruzionistici dell’ex grillina Deborah Montalbano, che resta contraria ai Giochi. Il voto sarà presumibilmente giovedì prossimo quando il presidente Fabio Versaci convocherà una seduta straordinaria ad hoc.