CENTRODESTRA

Forza Italia spara su Di Maio (e fa gli occhi dolci a Salvini)

Lo stato maggiore azzurro del Piemonte contro il cosiddetto "decreto dignità" del vicepremier grillino: "Fa spaventare le imprese è il ministro della disoccupazione". Appendino irresponsabile sulla Tav. Ma confidano nell'amico Matteo, soprattutto per le regionali

Rompere l’alleanza di governo gialloverde e ricomporre quella di centrodestra. Con questo duplice obiettivo, ispirato però da un’unica strategia,  Forza Italia piemontese ha deciso di alzare la voce per contestare il cosiddetto “decreto dignità”, perla del grillino Luigi Di Maio, rilanciando le ragioni “storiche” e ideali di una coalizione che governa regioni e amministrazioni locali. “Di Maio passerà alla storia per essere riuscito a tramutare il Ministero del Lavoro in Ministero della Disoccupazione. In Piemonte quando entrerà in vigore il decreto saranno a rischio 8mila posti di lavoro dando un’occhiata ai numeri totali di contratti flessibili che esprime la nostra regione”.

Il provvedimento del ministro grillino “è un micro-decreto, che probabilmente fa più danni che benefici”, ha detto oggi in conferenza stampa a Torino il coordinatore di Forza Italia in Piemonte Gilberto Pichetto, dando l’assist ai parlamentari azzurri piemontesi nel bocciare il documento targato M5s. “L’unica motivazione del decreto – ha proseguito – è stata la ricerca di visibilità mediatica da contrapporre all’attivismo dell’amico Salvini in materia di migranti. Ed è scritto talmente male che i veri beneficiari saranno gli avvocati”. Lavoro per azzeccagarbugli, insomma, ma soprattutto misure del tutto inefficaci quando non addirittura controproducenti per l’economia e l’occupazione. In Piemonte, “che oggi punta molto sul nuovo terziario – ha aggiunto – probabilmente mette a rischio almeno mille posti di lavoro. Forza Italia ha presentato un emendamento per salvare i voucher, che sono fondamentali per l’agricoltura e il turismo. Nei piccolissimi Comuni, di cui il Piemonte è ricco - ha rimarcato - i voucher per pagare lavoretti di manutenzione sono quasi una forma di welfare, usata dai sindaci per impegnare e remunerare le persone più ai margini”. Concetti ribaditi dagli altri parlamentari. In Piemonte nel 2017 risultano attivi 602 mila 486 contratti a tempo determinato. I rapporti di lavoro sui quali potrebbe influire la scure del decreto dignità sono oltre 571 mila, composti dai contratti di lavoro a tempo determinato e contratti di somministrazione e intermittenti. Di questi quasi 30 mila sono i contratti iniziati dal 1 gennaio 2016 e ancora in essere oggi, la cui durata è prevista tra 366 e 730 giorni.

Per Paolo Zangrillo, in procinto di succedergli alla guida del partito, va tenuto conto il contesto del mercato del lavoro nel quale si interviene: “In Italia ci sono 23 milioni e mezzo di occupati, di cui 23 a tempo determinato, un dato in linea con l’Europa, dove si parla non di precariato ma di flessibilità”. Tranchant ma efficace la collega Claudia Porchietto: “Il suo vero effetto sarà quello di spaventare le imprese e farle scappare dall’Italia”.

Stilettate anche verso Chiara Appendino, sindaca di Torino ma soprattutto esponente di primo piano del movimento Cinquestelle, per come sta gestendo la partita della Torino-Lione nella duplice ottica: di opera strategica per l’economia del territorio e di terreno di battaglia per le frange dell’antagonismo nostrato e d’importazione. “Disordini e tafferugli sono riesplosi in Valle di Susa proprio nel momento in cui la sindaca in modo irresponsabile è andata a consegnare il dossier No Tav al ministro dei Trasporti Danilo Toninelli”, ha attaccato Porchietto. “Appendino è la sindaca non solo di Torino ma anche della Città Metropolitana, che include i Comuni valsusini. E soprattutto non è la sindaca soltanto dei cittadini a Cinque Stelle. È vergognoso che si sia permessa un gesto che mette a rischio il futuro del Piemonte”. Per evitare lo stop dei lavori, come lascerebbe prevedere una lettura del “fumoso” contratto di governo, e scongiurare l’abbandono di un’opera “che taglierebbe fuori non solo il Piemonte ma anche l’Italia dalle grandi vie di comunicazione – ha aggiunto Pichetto – confidiamo molto nel senso di responsabilità degli amici della Lega che sono al Governo”.

E proprio agli “amici” del Carroccio, in primis al loro numero uno, i parlamentari azzurri si sono più volti rivolti mostrando di sperare in vista della sfida per il rinnovo della Regione. “Ci contenderemo il Piemonte al fianco degli alleati storici: Lega e Fratelli d’Italia, in una coalizione allargata alle forze civiche che non si identificano con il centrosinistra e con il Movimento 5 Stelle”, ha affermato a tal proposito Pichetto, a margine della conferenza stampa. Sparando ad alzo zero contro il decreto dignità, Pichetto e gli altri parlamentari azzurri hanno più volte nominato “l’amico Salvini”, affermando di contare sulla Lega per contrastare gli effetti peggiori del provvedimento e anche per scongiurare mosse contro il proseguimento della costruzione della Torino-Lione. Quanto al candidato presidente, “si comincerà e entrare nel vivo del discorso a Natale – ha glissato Pichetto – e molto dipenderà dagli equilibri nazionali”.

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