ALTA TENSIONE

Scarcerato leader di Askatasuna, “alta felicità” in Valle di Susa

Revocati gli arresti domiciliari per Bonadonna, accusato di aver preso parte agli scontri del Primo maggio 2017. Giusto in tempo per salire a Venaus dove è direttore artistico di una rassegna artistica antagonista. Montaruli (FdI): "Un affronto, intervenga Salvini"

Sono stati revocati gli arresti domiciliari per Andrea Bonadonna, uno dei principali leader del centro sociale torinese Askatasuna: lo ha deciso il Tribunale del riesame di Torino che ha disposto per lui solo l’obbligo di firma quotidiano. Bonadonna era stato colpito dal provvedimento restrittivo nell’ambito dell’inchiesta sugli scontri con le forze dell’ordine avvenuti nel centro di Torino durante il corteo del Primo maggio 2017. L’obbligo di firma permetterà a Bonadonna di occuparsi della rassegna musicale e culturale Alta Felicità, in programma questa settimana in Valle di Susa, di cui è direttore artistico.

La decisione del tribunale del riesame è arrivata oggi e riguarda 15 antagonisti. I nove provvedimenti di arresti domiciliari sono stati trasformati in obblighi di firma quotidiani. Confermati, invece, gli altri sei obblighi di firma, previsti tre volte alla settimana. Ieri, nel corso dell’udienza, il pm Antonio Rinaudo aveva lasciato l’aula in polemica con gli avvocati difensori, i quali avevano contestato la ricostruzione dei fatti operata dalla polizia. Per rafforzare i loro argomenti, gli avvocati si erano avvalsi di un filmato realizzato da un giornalista freelance e delle dichiarazioni di due esponenti del Movimento 5 Stelle, la consigliera regionale Francesca Frediani e la consigliera comunale Maura Paoli.

La “liberazione” di Bonadonna viene contestata duramente da Augusta Montaruli, parlamentare torinese di Fratelli d’Italia, che ricorda come il prossimo 28 luglio sia programmata una “gita” a Chiomonte del centro sociale Askatasuna, “il cui leader è nuovamente a spasso. È un affronto alle istituzioni, alle forze dell’ordine, ai lavoratori. Il Ministro dell’Interno intervenga, se il centro sociale fosse sgombrato oggi non assisteremmo a queste offese”. Torino e la Valsusa “non possono permettersi simili prese in giro – aggiunge –. La gita è una provocazione che esige una risposta immediata. Entro sabato dunque Salvini dia un segnale: si veda con il sindaco Appendino e dia il via ad un piano che miri ad indebolire i soliti facinorosi liberando lo stabile”.

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