ALTA TENSIONE

La sfida dei No Tav

Mentre istituzioni e politica difendono l'opera dal tentativo di blocco del governo giallo verde, in Valsusa il movimento capitanato dalle frange antagoniste dei centri sociali organizza l'ennesima marcia verso il cantiere di Chiomonte

Marcia del movimento No Tav al cantiere della Torino-Lione di Chiomonte, in Valle di Susa. I manifestanti si stanno radunando all’Infopoint di Venaus, dove in questi giorni si svolge il Festival Alta Felicità, tradizionale appuntamento No Tav in Valle di Susa. “In gita vogliamo esserci proprio tutti, grandi, piccini, musicisti, scrittori, cantanti, attori, registi - si legge sul sito di AltaFelicità -. Vogliamo portare i nostri cuori vicino a quello scempio e chiedere insieme l’annullamento dell'opera”. Nei giorni scorsi al cantiere della Tav, al centro delle polemiche politiche, la protesta No Tav è tornata a farsi sentire con il lancio di razzi e bombe carta che hanno portato la polizia a identificare 25 persone.

Tra i partecipanti i leader storici del movimento No Tav, come il valsusino Alberto Perino. “Continuiamo a essere vigili, attenti, non ci fidiamo delle dichiarazioni dei giornali e vogliamo vedere atti concreti - dice -. Perché un governo non opera con selfie, ma attraverso i documenti. Oggi come ieri siamo quindi pronti a resistere”. Alla passeggiata verso il cantiere di Chiomonte che si snoda nei sentieri della Clarea si conclude con la tradizionale "battitura" delle reti. Molti i partecipanti provenienti da tutta Italia e, dall’estero, Francia e Slovenia, sotto la regia delle frange antagoniste, in particolare di Askatasuna il cui leader, Andrea Bonadonna, recentemente scarcerato è direttore “artistico” del festival che si svolge a Venaus. “I jersey e il filo spinato sono andati giù - scrivono i manifestanti sulla pagina Facebook dei No Tav - a migliaia siamo riusciti a proseguire lungo il sentiero e avvicinarci al cantiere come non succedeva da tempo, un risultato straordinario”. Dopo aver abbattuto una recenzione, in realtà, i dimostranti, circa un migliaio, si sono fermati al "campo delle bandiere" davanti al cordone di polizia.

“La marcia di oggi doveva essere vietata. È un affronto alle forze dell’ordine e operai che doveva essere evitato. Ora mettiamo subito a tacere i mitomani del No Tav. Chiamparino convochi subito un Consiglio straordinario per procedere al referendum sulla Tav e andare a votare già a settembre”, afferma, in una nota, Augusta Montaruli, deputato torinese di Fratelli d’Italia. “Siamo contenti che il governatore abbia aderito alla nostra proposta ma ora non si può più attendere, prima si vota prima si stoppano velleità No Tav - aggiunge -. I piemontesi riusciranno a isolare quei pochi che sono contro l’opera e vorrebbero tagliarci fuori dalle grandi arterie infrastrutturali. Soprattutto con il referendum i piemontesi daranno un segnale inequivocabile al Governo aggiungendo all’accordo di programma un indelebile Si Tav. L’appello è per tutti i partiti: votiamo subito".

La "passeggiata", come definita dagli organizzatori, gli stessi del festival No Tav Alta Felicità, si è conclusa senza incidenti con le forze dell'ordine, che hanno denunciato una ventina di manifestanti per il danneggiamento delle barriere e per aver violato l'area nei pressi del cantiere. Da lì il ritorno a Venaus, patria del Movimento No Tav perché teatro, 13 anni fa, della battaglia che portò a cambiare il progetto della Torino-Lione. Oggi che l'aria sembra cambiata, con il governo gialloverde pronto ad affidare ad una analisi costi-benefici la decisione se continuare o meno i lavori, l'atteggiamento tra chi da sempre si oppone a quest'opera non sembra cambiato.

print_icon