GRANDI OPERE

M5s-No Tav, è finito l'idillio

J'accuse di Perino, tra i leader contro l'alta velocità più vicini ai grillini: "In che mani ci siamo messi! Fanno solo sterili proclami invece di fermare l'opera". Affondo di Locatelli (Rifondazione): "Una rottura che avrà i suoi effetti non solo in Valsusa"

La crepa si è aperta in modo irreversibile dopo il passo in avanti del Cipe e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del documento che approva in via definitiva le modifiche al tracciato della Torino-Lione, contenute in un allegato della cosiddetta “delibera 30”. La prova, secondo Alberto Perino, storico leader del movimento contro l’alta velocità, che “i Sì Tav fanno i fatti, vanno avanti e lanciano gli appalti” mentre “i Cinquestelle continuano a fare sterili proclami invece di fare atti amministrativi”. L’accusa è riportata in una mail inoltrata da Perino a un indirizzario di attivisti subito dopo la pubblicazione del provvedimento del Cipe e la reazione – al solito scomposta – del ministro Danilo Toninelli via social, accusando il governo precedente di comportarsi “come una sanguisuga sulla carne viva del popolo italiano”. L’idillio tra grillini e popolo No Tav sembra finito. “Una rottura che avrà ricadute non solo in Valsusa ma più in generale nel rapporto con le istanze di lotta e di movimento sparse a livello nazionale” afferma Ezio Locatelli, segretario subalpino di Rifondazione Comunista.

Non è un caso che a rendere pubblico quel che sta accadendo sia proprio Locatelli. Basti pensare che lo scorso febbraio fu proprio Perino a fare campagna tra i No Tav per i Cinquestelle, attraverso una sorta di appello al voto utile che lo portò allo scontro con la pasionaria Nicoletta Dosio, altro personaggio di riferimento in Valsusa, candidata nelle liste di Rifondazione. Ora però anche Perino sembra aver perso le speranze nei grillini, colpevoli di prendere tempo nonostante “di cartucce da sparare ne avrebbero tantissime per bloccare gli ingranaggi della grande opera. I nostri tecnici glie li hanno suggeriti da mesi – attacca Perino -. Ma loro niente! Non sia mai! Attendono i risultati dell'analisi costi benefici. Poi quando questa sarà conclusa (forse nel 2019) vedranno cosa fare, se saranno ancora al governo e se esisteranno ancora”.

A mettere sale sulla ferita ci pensa ancora Locatelli: “L’opera per i governi di ieri e di oggi va avanti. L’unica differenza è che i Cinquestelle continuano a sparare ma lo fanno a salve. Questa volta le critiche non provengono solo da Rifondazione Comunista o dalle variegate anime antagoniste del movimento No Tav. Il dato di novità è il frontale mosso da chi fino a ieri era un accanito sostenitore di Grillo”. Il riferimento è proprio a Perino, il quale chiude la sua missiva in modo eloquente: “In che mani ci siamo messi! Ancora una volta dobbiamo constatare che non ci sono governi amici”.

“Non ho preso le distanze dai 5 Stelle. Mi sono limitato a constatare che avrebbero potuto fare molte cose per mettere in difficoltà il sistema Tav e non l’hanno fatto”. Così Perino, spiega il senso della sua presa di posizione specificando che il documento diffuso “era una mail privata alla lista comitati e non pubblica, distorta, spero in buona fede, dai media a loro interesse”. Un mezzo passo indietro che però non cambia molto il giudizio sui suoi compagni di lotta: “Finora a parte i proclami di atti formali non ne hanno fatti. Questo non significa sconfessare o prendere le distanze dai 5 Stelle”.

print_icon