NO TUTTO

Crollo del ponte Morandi, una "favoletta" per i Cinquestelle

Un comunicato del Comitato No Gronda datato 2013 diffuso sul blog M5s affermava che sarebbe stato su altri 100 anni. Oggi il documento è sparito dal sito, ma invece prosegue la demagogica ostilità alle nuove opere mentre quelle vecchie cadono a pezzi

“Ci viene poi raccontata la favoletta dell’imminente crollo del ponte Morandi”. Così si leggeva sul sito del Movimento 5 Stelle nel comunicato firmato dal Coordinamento dei comitati No Gronda. Era l’8 aprile del 2013. Oggi il drammatico crollo a Genova e le decine di vittime dimostrano tutto il contrario, mentre il comunicato è stato rimosso dal sito. Ovviamente questo non significa che il movimento Cinque Stelle sia responsabile del crollo del ponte. Certo, un po’ di pudore dovrebbe consigliare il silenzio se non un’autocritica. Invece, a dispetto del buon gusto e del buon senso – contestare opere nuove significa tenersi quelle vecchie assai più pericolose – il movimento No Tav Terzo Valico non si astiene dal dire la sua: “La tragedia di Genova dimostra, ancora una volta, che le fatalità non esistono. Esistono le priorità politiche. La messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti non è mai stata una priorità di chi ci governa. Si preferisce lucrare sulle grandi opere e investire somme folli su progetti tanto faraonici quanto inutili. Questo è ciò che muove il sistema grandi opere. Come ogni volta che piove, come ogni volta che smotta, come ogni volta che esonda, come ogni volta che deraglia le morti le contiamo noi. Miliardi per le opere inutili, briciole per le nostre vite”.

La stessa sicumera ottenebrata dall’oscurantismo antimodernista che aveva ispirato il documento contrario alla costruzione della Gronda di Ponente, la nuova autostrada che dal capoluogo ligure andrebbe verso nord. Per il Coordinamento, la nuova autostrada sarebbe stata solo uno spot della giunta regionale: “Il Presidente della Regione aveva raccolto intorno a sé i soliti potenti con i loro slogan favorevoli alla realizzazioni della Gronda di Ponente, ma che a fronte della mancanza assoluta di dati oggettivi a nostro avviso è servito solamente a ribadire ancora una volta quanto siano distanti certi interessi da quelli dei semplici cittadini”.

L’altra “cecità” – si sottolinea ancora nel comunicato – è la “ciclica riproposizione del declassamento della A10 (ignorando che, secondo la stessa Società Autostrade, il declassamento minerebbe l’utilità della Gronda)”. Di qui la “favoletta” dell’imminente crollo del ponte Morandi. E continua ancora il Coordinamento dei comitati No Gronda: l’ultimo a parlare della storiella del possibile cedimento del ponte che attraversa il capoluogo ligure l’ex presidente della Provincia, “il quale dimostra chiaramente di non aver letto la relazione conclusiva del Dibattito Pubblico, presentata da Autostrade nel 2009“.

In questa relazione di Autostrade – si legge ancora nel comunicato – il ponte “potrebbe star su altri cento anni”, a fronte di una “manutenzione ordinaria con costi standard”. E, scrivono ancora quelli del Coordinamento, “ci chiediamo pertanto quale credibilità possano ancora avere coloro che si schierano a favore delle grandi opere e si accingono a misurare in metri cubi di nuovi sversamenti di cemento la ‘crescita felice’ di Genova, mentre la nostra città sta annaspando tra alluvioni e frane, convivendo con il rischio permanente di contare nuovi morti”. Quella di realizzare la Gronda di Ponente per risolvere i problemi del traffico “è un’idea obsoleta e dai costi esorbitanti”.

Tra i tanti post insensati spuntati sui social c’è pure quello di Giuseppe Mastruzzo, candidato del M5s alle ultime politiche e sconfitto nel suo collegio: “Crollano i ponti ma loro vogliono fare la Tav”. Fuori tempo e pure parecchio fuori luogo.

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