ALTA TENSIONE

Summit No Tav in Valsusa per far fuori Foietta e Virano

Incontro segreto tra i 5 stelle Bono e Frediani, il leader del movimento Perino, il sindaco di Susa Plano e uno del capi di Askatasuna, Richetto. Verrà chiesto al governo di smantellare l'Osservatorio e nominare Poggio al vertice di Telt

Smantellare l’Osservatorio e sostituire i vertici di Telt. L’obiettivo dei No Tav e di un pezzo – quello grillino – dell’esecutivo gialloverde è (quasi) dichiarato: far saltare dalle posizioni di comando il commissario di governo Paolo Foietta e il direttore generale della società italo-francese Mario Virano per offrire uno scalpo a quella frangia del popolo valsusino da sempre contraria all’alta velocità fra Torino e Lione, in una zona da anni serbatoio elettorale dei Cinquestelle.

L’argomento è stato al centro di un vertice più o meno segreto che si è svolto sabato in Valsusa al quale hanno partecipato il sindaco di Susa Sandro Plano, i consiglieri regionali grillini Francesca Frediani e Davide Bono, il leader storico del Movimento No Tav Alberto Perino, e uno dei capi di Askatasuna Francesco Richetto. Un summit, i cui partecipanti quasi tutti smentiscono che si sia tenuto (da Bono a Plano) ma che le nostre fonti confermano, in cui spicca l’assenza della sottosegretaria Laura Castelli, anello di congiunzione e figura di mediazione tra il governo e il territorio, invisa a quelli del “No a oltranza” per l’ammorbidimento delle sue posizioni e la disponibilità alla ricerca di un compromesso manifestata a più riprese. “In che mani ci siamo messi – aveva tuonato prima di ferragosto Perino, in una mail inviata agli altri militanti –. I Sì Tav fanno i fatti, vanno avanti e lanciano gli appalti” mentre “i Cinquestelle continuano a fare sterili proclami invece di fare atti amministrativi”. A poche ore dalla pubblicazione di quelle affermazioni aveva tentato goffamente di aggiustare il tiro ma senza riuscire a negare la crescente diffidenza tra chi sta a Roma e chi “combatte” in prima linea. Mentre nel governo si cerca ancora una mediazione con la Lega su un possibile progetto alternativo che coinvolga esclusivamente la tratta interna (abolizione della stazione internazionale di Susa e cancellazione del tunnel sotto la collina morenica) in Valle ci si muove su un disegno ben preciso. Chiudere l’Osservatorio, dal quale peraltro sono usciti tutti o quasi i Comuni No Tav, e disfarsi di Foietta potrebbe essere il primo passo per azzoppare il progetto così com’è stato concepitoin origine. L’altra poltrona nel mirino è quella di Telt. Secondo quanto previsto da un accordo tra i due paesi, alla Francia spetta il presidente e all’Italia il direttore generale, posizione attualmente ricoperta da Virano.

Al vertice di due giorni fa si è parlato anche del possibile sostituto trovando una sostanziale convergenza sul nome di Alberto Poggio, ricercatore universitario al Politecnico, 47 anni, specializzato in ambito energetico, tant’è che ha firmato i pareri tecnici per il termovalorizzatore del Gerbido e coordinato il gruppo di lavoro che ha realizzato il piano di sviluppo del teleriscaldamento a Torino. Un professionista apprezzato, un No Tav seppur non barricadero, il cui nome comparve anche nella fantomatica commissione di undici esperti nominata dalla giunta di Chiara Appendino appena dopo il suo insediamento. Un organismo di cui ben presto si sono perse le tracce. Poggio, che viene considerato vicino al capo di gabinetto della sindaca Mauro Marinari, fu anche tra i papabili per la candidatura a sindaco di Rivalta. Non è un esperto di trasporti, ma probabilmente è tra le figure più conosciute e ri-conosciute in ambito scientifico su cui può contare l’esercito del No.  

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