ALTA TENSIONE

M5s nel mirino dei No Tav

“Traditori”. “Collaborazionisti”. Il movimento contro la Torino-Lione, ormai egemonizzato dalle frange antagoniste dei centri sociali, mette sotto accusa Toninelli e Appendino. Oggi pomeriggio i No Olimpiadi contestano la sindaca

Torna a farsi sentire la protesta dei No Tav in Valle di Susa. E a finire sul banco degli imputati questa volta sono pure i Cinquestelle, la forza tradizionalmente vicina alle istanze del movimento che si oppone all’alta velocità Torino-Lione: troppo timida la loro azione di contrasto all’odiata opera, eccessiva cautela nel mettere in atto quelle decisioni che potrebbero bloccare i lavori. Dopo lo “sfogo” estivo di Alberto Perino, considerato il più filo grillino tra i capi No Tav (“in che mani ci siamo messi”), anche il silenzio sulla lettera aperta indirizzata nei giorni scorsi al Governo ha ulteriormente aumentato le distanze, alimentando quel clima di crescente diffidenza quando non di aperta censura verso il M5s. Un rapporto, quello con i grillini di governo, oggetto di discussioni accese nei numerosi capannelli, più o meno informali, al campeggio degli studenti.

Un movimento, oramai egemonizzato dalle frange antagoniste, in particolare dai leader del centro sociale Askatasuna, che si appresta a prendere pubblicamente le distanze dal partito di Luigi Di Maio. Due gli esponenti nel mirino: il ministro Danilo Toninelli e la sindaca di Torino Chiara Appendino, entrambi a vario titolo bollati come “traditori” e “collaborazionisti”. La prima cittadina, “colpevole” anche di aver impugnato la bandiera coi cinque cerchi dei Giochi invernali 2026, sarà protagonista suo malgrado del raduno nazionale dei “No Olimpiadi” delle tre città candidate, in programma oggi pomeriggio in piazza Galimberti. Insomma, dal “Governo del cambiamento” come dalla conquista grillina di Palazzo civico i No Tav si attendevano risoluzioni nette e l’attendismo di questi mesi sta facendo crescere il sospetto che non si voglia realmente bloccare l’opera.

Intanto, in questi giorni si sono registrate le consuete tensioni di fine estate, coincidenti con l’ormai tradizionale (sic) campeggio degli studenti. Dopo le schermaglie dell’altra sera, con il lancio di razzi e bombe carta a cui la polizia ha risposto con idranti e lacrimogeni, gli attivisti hanno tentato di aprirsi un varco nelle recinzioni. «Il ministro Toninelli aveva detto “mai più cantieri con il filo spinato”. Invece il filo spinato è sparso per i boschi. Non abbiamo potuto rimuoverlo, ma torneremo...». Una cinquantina le persone identificate; saranno denunciate dalla polizia. Sono accusate di danneggiamento e di avere violato il provvedimento del Prefetto di Torino, Renato Saccone, che inibisce la circolazione nell’area. Tra i No Tav figure storiche del movimento e militanti non più giovanissimi che, dopo aver percorso il sentiero che parte dall’abitato di Giaglione, si sono avvicinati alle recinzioni che impediscono di proseguire fino in Valle Clarea. E hanno tentato di aprirsi un varco utilizzando degli utensili. La polizia ha lanciato dei lacrimogeni. “Questa zona è ricca di fauna e noi speriamo che nel frattempo qualche animale non si ferisca con il filo spinato”, sostengono i No Tav che hanno preso parte alla iniziativa di ieri, intitolata “passeggiata verso l’oasi di protezione della zerinzia”, una farfalla molto rara che sostengono di avere avvistato in Valle. Dopo i grillini acchiappano le farfalle.

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