COLD CASE

Omicidio Caccia, i familiari: "Indagare su mafia e riciclaggio"

Il gip milanese deciderà sulla richiesta di archiviazione della “pista alternativa” che ruota attorno a un intreccio tra criminalità siciliana e calabrese, personaggi dell'estrema destra e servizi segreti. A distanza di 35 anni restano ancora ombre sull'uccisione del procuratore

Il gip di Milano Stefania Pepe si è riservata di decidere, e depositerà il provvedimento nelle prossime settimane, sull’opposizione dei familiari del procuratore di Torino Bruno Caccia, ucciso nel 1983, alla richiesta di archiviazione formulata dalla Procura di Milano su una tranche d’indagine sull’omicidio e con al centro una pista investigativa “alternativa”, che intreccia mafia e servizi segreti e che da tempo la famiglia del magistrato porta avanti.

Una denuncia del 2014 della famiglia Caccia, nella quale si sosteneva, in sostanza, che il magistrato venne ucciso perché stava indagando su casi di riciclaggio di denaro sporco al Casinò di Saint Vincent, aveva originato, infatti, un’inchiesta a carico di Rosario Cattafi, avvocato milanese ritenuto vicino all’estrema destra e alla mafia siciliana, e del calabrese Domenico Latella. Per questo filone, tuttavia, il pm Marcello Tatangelo (ora non più a Milano) nei mesi scorsi ha chiesto l’archiviazione e i familiari di Bruno Caccia, rappresentati dal legale Fabio Repici, si sono opposti. Da qui l’udienza di discussione che si è tenuta oggi con il giudice che sarà chiamato a decidere se archiviare, disporre nuove indagini o l’imputazione coatta.

Nel frattempo, nel luglio 2017 è stato condannato all’ergastolo Rocco Schirripa come esecutore materiale dell’omicidio (non ancora fissato il processo d’appello), mentre come mandante in via definitiva era già stato condannato in passato il boss della 'ndrangheta Domenico Belfiore. La Procura di Milano, intanto, ha anche iscritto nel registro degli indagati, come altro esecutore dell’uccisione, Francesco D’Onofrio, ex militante di Prima Linea, sulla base delle dichiarazioni di un pentito, ma poi nelle scorse settimane il pm Paola Biondolillo anche per questo filone ha chiesto l’archiviazione. I familiari di Caccia si sono di nuovo opposti ed è dunque attesa la fissazione di un’altra udienza davanti al gip.

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