CINQUE CERCHI

Triangolo olimpico, Torino ci sta

Se non è una fumata bianca poco ci manca. Appendino si mette nelle mani del governo e dà il via libera alla candidatura congiunta con Milano e Cortina. Decisione definitiva entro il 18 settembre. Che diranno i Cinquestelle della Sala Rossa? Speranze per Cesana

Mentre ai giornalisti assiepati davanti a Palazzo Chigi Chiara Appendino dispensava pillole di diplomazia e dosava ogni sillaba delle sue dichiarazione, già pensa ai rischi che comporta l’operazione alla quale di fatto oggi ha dato il via libera, assieme al governatore Sergio Chiamparino. Torino dice sì al triangolo olimpico e prosegue la trattativa per restare in una partita che giocherà assieme a Milano e Cortina per ospitare i Giochi invernali del 2026. La delegazione piemontese – oltre ai vertici istituzionali è stato presente l’architetto Alberto Sasso, estensore del dossier subalpino – ha stoppato le ambizioni del capoluogo lombardo al ruolo di capofila ottenendo che a tenere le redini della candidatura, una e trina, sia l’esecutivo, rappresentato al tavolo dal sottosegretario con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti. “Rimaniamo in attesa del governo” nei confronti del quale “le città si mettono a disposizione con pari dignità” dice la sindaca.

I campanilismi sembrano essere superati: nelle parole dei rappresentanti di Milano (l’assessore allo Sport Roberta Guaineri) e del Veneto (il governatore Luca Zaia) c’è ottimismo sulla possibilità di trovare un punto d’arrivo. Archiviati i toni ultimativi di sindaci e amministratori durante le settimane scorse, che avevano portato il governo a meditare addirittura su una clamorosa rinuncia.

Pari dignità, nessuna città capofila. Questo è il successo politico che si è assicurata Appendino. Dal punto di vista della distribuzione delle gare ci sarebbe una disponibilità di massima ad assegnare il bob a Cesana, con la promessa che ci sia un piano di riuso dell’attuale pista che non comporti lo smantellamento. Una briciolina, che tuttavia potrebbe servire per placare i mugugni dei sindaci delle valli, dopo che solo Sestriere, con lo sci alpino, aveva ottenuto un evento.

A questo punto resta il tema legato alla tenuta della maggioranza. Nella delibera (passata per il rotto della cuffia e con le defezioni di alcuni consiglieri pentastellati di Torino) è stata messa nero su bianco l’indisponibilità di Torino a partnership che non fosse quella con i Comuni della Valsusa e del Pinerolese. Ai consiglieri più scettici basterà l’assicurazione che “Giorgetti ha fatto l’analisi costi-benefici” e che “il governo sarà garante di tutti”?. Chissà.  

Per Chiamparino ora serve un “brand che tenga conto delle tre città e un dossier e che il governo prenda in mano la gestione della candidatura”. Su questo pieno accordo con la sindaca, che tuttavia, anche per andare incontro alla sensibilità del suo gruppo continua a battere sui costi. “Noi abbiamo ribadito che il modello a uno era migliore di quello a tre” ha provato a tenere il punto Appendino, sapendo che ormai la strada intrapresa è un’altra e quindi aggiunge che “per responsabilità istituzionale” si consegna nelle mani dell’esecutivo, al quale, precisa la prima cittadina pentastellata, spetterà anche l’onere di finanziare l’evento. E quindi, per certi versi, del Coni, rappresentato a Palazzo Chigi dal presidente Giovanni Malagò.

Per una decisione definitiva sarà necessario attendere al massimo sette giorni, quelli che si è preso Giorgetti per smussare gli ultimi spigoli, individuare le soluzioni migliori ed evitare strappi di questo o quel Comune. La decisione sarà presa entro il 18 settembre, cioè un giorno prima dell'appuntamento con il Cio a Losanna. "Ad oggi - conclude Giorgetti - posso dire che ci sono più certezze che dubbi”.  

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