DISCORDIA ISTITUZIONALE

Periferie, rottura sindaci-Governo

La delegazione dell'Anci ha abbandonato la Conferenza Unificata dove questo pomeriggio non è stata discussa l'intesa per lo sblocco dei fondi destinati alla riqualificazione dei quartieri. In Piemonte ballano oltre 100milioni

"I sindaci non si fanno prendere in giro”. Lo ha detto, visibilmente contrariato, il presidente di Anci Antonio Decaro lasciando la conferenza unificata dove non si è discusso del richiesto sblocco degli 800 milioni destinati al bando periferie. “Non sapevo che nel contratto di governo fosse stato deciso di strappare tutti i contratti fra istituzioni" ha aggiunto il numero uno dell’associazione dei Comuni italiani che riprenderà le relazioni istituzionali con il governo solo "quando ci sarà l'impegno del presidente del consiglio e quando ritroveremo in un decreto le risorse che sono state tolte ai Comuni".

Decaro ha spiegato di aver “preso l'impegno con il premier che non avrei interrotto le relazioni se nella prima conferenza unificata e nel primo decreto avessimo trovato la soluzione ai problemi dei Comuni. Quella soluzione, prospettata per oggi, non è stata trovata, mi vedo costretto a interrompere le relazioni”.

Una rottura quella cui si è giunti oggi che testimonia con non siano affatto salvi quei fondi che solo in Piemonte valgono più di cento milioni, 106,9 per l’esattezza ripartiti tra Asti (6,8), Città metropolitana di Torino (39,9), Biella (4,1), Vercelli (7,6), Alessandria (18), Cuneo (17,9), Verbania (8), Novara (7,3). L’unica ad esultare rassicurando che i fondi “sono salvi” era stata la sindaca di Torino Chiara Appendino dopo l’incontro degli amministratori locali con il premier Giuseppe Conte in seguito alla cancellazione dell’emendamento al decreto milleproroghe relativo allo stanziamento per le periferie.

La soluzione che era stata "prospettata per oggi, non è stata trovata e mi vedo costretto a interrompere le relazioni perché non si possono stracciare i contratti che i sindaci hanno sottoscritto lo scorso anno con la Presidenza del Consiglio. Così come non si possono stracciare gli impegni che i sindaci hanno preso con i loro cittadini che vivono nelle periferie" ha aggiunto il presidente di Anci.

Versione differente dalla quale sembra trasparire il tentativo di ribaltare la responsabilità della rottura sull’Anci quella fornita dal ministro per gli Affari Regionali e  le Autonomie: "L'intesa chiesta da Anci sul bando periferie emanato da una legge del precedente Governo e dichiarata incostituzionale – ha spiegato la leghista Erika Stefani – non può essere trattata dalla conferenza unificata ma necessita di un nuovo provvedimento che sarà emanato appena entrerà in vigore la legge di conversione del milleproroghe appena approvata da Palazzo Madama. Purtroppo ogni discussione è stata impossibile - aggiunge il ministro - perché il presidente Decaro ha abbandonato il tavolo impedendo per altro la discussione sugli altri punti all'ordine del giorno della conferenza".

Di tutt'altro avviso il deputato del Pd Enrico Borghi che in una nota afferma:  "Se fossero state vere le giustificazioni portate dal Governo, almeno l'intesa oggi in Unificata sarebbe stata raggiunta. E nel decreto sicurezza in fase di emanazione ci sarebbe stato un articolo che dava seguito agli impegni assunti da Conte coi sindaci. Avevamo ragione noi: quegli impegni sono stati scritti con l'inchiostro simpatico, e ora si sono volatilizzati come i soldi destinati alle periferie. Un'altra conferma della natura del governo, che a parole promette e nei fatti smentisce",

Durissima la reazione del presidente di Anci Piemonte: “Non era mai capitato di vedere tradito il rapporto di fiducia tra istituzioni, come capitato in questo caso. – rimarca Alberto Avetta –. Per il Piemonte, se la situazione non troverà rapidamente rimedio, significherà dover rinunciare a oltre 200 milioni di investimenti totali in sicurezza”.

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