POLEMICHE

"Casalino vada a casa", nomination di Forza Italia

I parlamentari azzurri piemontesi lanciano una campagna social per chiedere le dimissioni del portavoce di Palazzo Chigi finito nella bufera per gli attacchi ai tecnici del Mef. "Ha oltrepassato i confini della decenza istituzionale, faccia come al Grande Fratello"

Casalino vada a casa. A invocare le dimissioni del portavoce di Palazzo Chigi finito nella bufera dopo l’audio nel quale Rocco Casalino insulta e attacca i tecnici del ministero dell’Economia, accusati di fare ostruzionismo e di non riuscire a trovare le coperture per le misure della manovra, sono i parlamentari piemontesi di Forza Italia. Un invito, quello dei deputati e senatori azzurri riassunto nell’hashtag #casalinodimettiti, che rivanga i precedenti televisivi del potente capo della comunicazione del Movimento 5 stelle: “Al Grande Fratello i concorrenti che tengono comportamenti non consoni vengono nominati e allontanati dalla Casa. Casalino dovrebbe conoscere molto bene questa regola. È palese che ieri abbia oltrepassato i confini della decenza istituzionale, quindi tragga le evidenti conclusioni e per il rispetto che deve all’Italia, rassegni le sue dimissioni in modo irrevocabile al presidente del Consiglio”.

Blindato dai suoi. Difeso a spada tratta da Luigi Di Maio e dal premier Giuseppe Conte, Casalino però pare irremovibile. La “megavendetta” minacciata nei confronti degli alti dirigenti del Tesoro ha scatenato un pandemonio. “Sarà una cosa ai coltelli”, ha annunciato il portavoce nella registrazione. E se “dovesse venir fuori che all’ultimo ci dicono 'i soldi non li abbiamo trovati' - promette Casalino - nel 2019 ci concentreremo a far fuori tutti questi pezzi di merda del Mef”. Frasi che fanno tremare i palazzi del potere. Ma attorno all’uomo forte della comunicazione M5s la maggioranza fa quadrato. A partire dal premier Conte, che gli ha rinnovato la sua “piena fiducia”. Il portavoce, dal canto suo, si è difeso: “La pubblicazione vìola il principio costituzionale di tutela della riservatezza delle comunicazioni”. Tornato dalla Cina, su Facebook Di Maio leva gli scudi: “Qualcuno in queste ore sta facendo la morale a Rocco Casalino - scrive il vicepremier - . I moralizzatori di oggi vorrebbero per caso asserire che non hanno mai ricevuto messaggi privati dai portavoce delle altre forze politiche? Vogliono per caso dire che non hanno mai rilanciato un retroscena sulla base degli spin degli uffici stampa?”.

L’alleato leghista minimizza la vicenda: Matteo Salvini liquida la questione con un “non mi appassionano gli audio rubati...”, mentre il suo braccio destro Giancarlo Giorgetti, sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio lancia quello che sembra essere un velato avvertimento: “Dipende se il portavoce del premier ha il potere di cacciare i tecnici, non credo lo abbia... e poi - sottolinea - basta non avere il portavoce come non ce l’ho io”. In via XX Settembre, nel frattempo, fonti del Mef assicurano che il ministro Tria esprime “piena fiducia ai dirigenti e alle strutture tecniche del Mef e apprezzamento per il lavoro che stanno svolgendo a sostegno dell’attuazione del programma di governo, come peraltro evidenziato dal presidente del Consiglio”.

Ma la polemica non si placa. Le opposizioni chiedono a gran voce la testa di Casalino. Attaccano per primi i dem: quelle del portavoce sono frasi “inaudite”, “indegne”, “di assoluta gravità politica”, che meriterebbero l'immediata “cacciata” del portavoce, definito “picchiatore che minaccia giornalisti e funzionari dello Stato”. Al coro di indignazione si unisce poi la voce di Forza Italia, per cui “le minacce di Casalino” diventano “un fatto politicamente gravissimo” con un’eventuale “rilevanza penale", che "dimostrano una concezione violenta del potere". Il numero uno della comunicazione pentastellata usa in definitiva "parole da sicario", che meriterebbero "dimissioni immediate" o, perlomeno, "scuse formali". Contro Casalino è sceso in campo anche Silvio Berlusconi che dal palco di Fiuggi oggi ha tuonato: “In una democrazia seria, dopo le parole pronunciate, Casalino sarebbe già con le valige in mano”.

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