REGIONE PIEMONTE

Sanità, un piano per assumere

Saitta vuole chiudere il mandato assicurando agli ospedali piemontesi una iniezione di medici e infermieri. Si parla di un migliaio, ma tutto dipende dalla trattativa con il ministro Grillo sul fondo sanitario. Giovedì la prima missione a Roma

Non solo l’abbattimento delle liste d’attesa, c’è un’altra partita, in ambito sanitario, su cui Sergio Chiamparino e il suo assessore Antonio Saitta vogliono portare a casa un risultato in tempi brevi da poter utilizzare in campagna elettorale, dopo anni a fare le formichine e a risparmiare per ottenere l’uscita dal piano di rientro. Il campo su cui si gioca è quello delle assunzioni, una strada obbligata per dare un po’ di ossigeno a un comparto che ha bisogno come il pane di infermieri e medici. Se n’è discusso questa mattina, prima della pausa pranzo, in una riunione a Palazzo Lascaris tra il gruppo del Partito democratico e Saitta, il quale ha illustrato tutti i passi che sta compiendo nella trattativa con il ministro Giulia Grillo, anche in virtù del suo ruolo di coordinatore degli assessori alla Sanità delle nella Conferenza delle Regioni.

Il primo scoglio da superare è quel limite alla spesa per il personale imposto dalla legge Madia secondo cui ogni regione non può sborsare più di quanto speso nel 2004 con una decurtazione dell’1,4 per cento. In sostanza se nel 2004 il Piemonte impegnava cento euro per il personale del comparto sanitario, da quando è entrata in vigore la norma non può andare oltre i 98,6 euro. “Finora – ha spiegato Saitta – siamo riusciti a sostituire tutti coloro che andavano in pensione, con l’eccezione degli amministrativi, ma ora serve rimuovere quel vincolo e soprattutto è necessario che il governo finanzi le nuove immissioni”. Davanti ai consiglieri dem l’assessore si è fatto sfuggire la cifra, indicativa, di mille nuove assunzioni cui la Regione punta, un dato che tuttavia in un colloquio telefonico con lo Spiffero quantifica in “diverse centinaia di innesti”.

Una prudenza che si spiega non solo con il carattere dell’amministratore ma anche con la delicatezza della trattativa in atto. Il ministro Grillo sta battendo cassa da alcuni giorni con il collega del Mef Giovanni Tria, il quale come si sa ha già i suoi problemi a far quadrare i conti tenendo a bada le richieste provenienti dai due azionisti del governo gialloverde. Negli ultimi tre anni, il fondo sanitario nazionale ha registrato un aumento di circa un miliardo annuo (109,8 miliardi nel 2015, 111 miliardi nel 206, 112,6 miliardi nel 2017, 113,4 miliardi nel 2018), ma gli incrementi sono sempre stati vincolati al finanziamento di nuovi farmaci. “Ora serve un grande investimento sul personale” ribadisce Saitta che giovedì sarà a Roma per incontrare il ministro Grillo in un primo confronto sulla spesa farmaceutica. La lista della spesa, però, non si ferma a questo: “Chiederemo un miliardo per il personale e altrettante risorse sul rinnovo del contratto per il comparto, inoltre vorremmo avere un contributo non ancora quantificato per gli investimenti che noi oggi stiamo realizzando con spesa corrente e infine il finanziamento di 2.600 borse di studio legate alla specialistica”.

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