FINANZA & POTERI

Acri, Piemonte fuori dai giochi

Guzzetti guarda al ligure Melley per la sua successione al vertice dell'associazione delle fondazioni. Tagliato fuori Profumo (Compagnia di San Paolo). Escluso dalla corsa anche Palenzona. Premio di consolazione in Cdp per Quaglia (Crt)

Guarda a Levante per scegliere il suo successore al vertice di Acri l’ultraottantenne sovrano della finanza bianca lombarda Giuseppe Guzzetti. E, anche questa volta, al Piemonte non resta che contemplare con rassegnazione l’ennesimo tramonto sui sogni di gloria passata.

Voci sempre più insistenti e qualificate attribuiscono al presidente della potente e ambita associazione tra le casse di risparmio e le fondazioni di origini bancarie l’intenzione di poggiare la spada sulla spalla di uno dei suoi attuali vice, il ligure Matteo Melley, oggi al vertice della Cassa di Risparmio di La Spezia.

Se i rumors saranno confermati nei primi mesi del prossimo anno quando Guzzetti passerà il testimone, insieme a quello di Cariplo, il cinquantottenne avvocato spezzino, entrato nel cda di Cassa Depositi e Prestiti quale rappresentante delle fondazioni che di Cdp detengono il 16%, sarà l’uomo cui toccherà gestire l’importante operazione di fusione di alcune tra le più piccole fondazioni ex bancarie, progetto al quale già sta lavorando l’altro numero due di Guzzetti: il presidente di Fondazione C.R. Firenze Umberto Tombari, anch’egli avvocato nel cui studio ha lavorato l’ex ministro Maria Elena Boschi.

Sfuma del tutto, dunque, per Francesco Profumo la già flebile possibilità di prendere il posto occupato per oltre tre lustri, tra riconferme e proroghe, dal collega di Cariplo. La chance del presidente della Compagnia di San Paolo non sono mai state né molte, né poi così solide. La raffazzonata gestione per la scelta del successore di Pietro Gastaldo alla segreteria generale della fondazione di corso Vittorio Emanuele che ha poi portato alla nomina di Alberto Anfossi, non hanno certo giovato all’ex ministro, anch’egli ligure (di Savona) come Melley, ma con assai meno atout da giocare per far breccia sul grande vecchio della finanza cattolica, così come sui grandi elettori di Acri.

Guzzetti non ha, invece, tradito il vecchio amico Giovanni Quaglia con il quale era stato visto chiacchierare in confidenza alcune settimane fa in occasione della presentazione del libro scritto dal presidente della Fondazione Cr Torino. Qualcuno dietro quell’affabile conversazione aveva visto il possibile anticipo di un passaggio delle consegne. Non sarà così, ma per il numero uno della fondazione di via XX Settembre Acri ha riservato la nomina a presidente del Comitato di supporto in seno a Cdp.

Un posto, quello andato a Quaglia, che pareva destinato a Fabrizio Palenzona quale premio di consolazione al posto della poltrona di Guzzetti, per la quale era stato dato tra i papabili, pur presupponendo un suo ritorno alla Fondazione C.R. Alessandria quale utile trampolino di lancio, come del resto avvenuto in passato agli esordi della sua carriera di banchiere che lo avrebbe portato fino alla vicepresidenza di Unicredit, passando anche per Mediobanca. A impedire a Big Fabrizio l’ingresso in Cdp sarebbe stata, formalmente, la regola che prevede quel posto venga assegnato a un presidente di fondazione, mentre il camionista di Tortona attualmente tra i moltissimi incarichi non ne annovera all’interno di quelle istituzioni.

L’altra lettura, assai meno formale ma non per questo poco sostanziale, della mancata nomina di Palenzona la riconduce a una sempre più notevole distanza da Guzzetti e anche al mancato successo dell’operazione che Furbizio avrebbe tentato per costituire un fronte critico rispetto all’attuale presidente di Acri sul quale poi poter contare per la scalata. Di sicuro non gli ha giovato, in questo periodo, l’essere il presidente di Aiscat, l’associazione tra i concessionari autostradali, nel mirino del Governo dopo il tragico crollo del viadotto di Genova.

“In questi anni abbiamo lavorato per fare in modo che l'orchestra non sia buona, ma ottima” aveva detto Guzzetti parlando di Acri al congresso dell’associazione. Per il Piemonte l’anziano maestro prossimo a cedere la bacchetta pare intenzionato a non riservare nemmeno un posto di violino di fila.

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