SALOTTI & TINELLI

Vco fuori dalla fondazione Cariplo, schiaffo alle aspirazioni lombarde

Ecco l'accoglienza che da Oltreticino riservano alla provincia piemontese che anela a unirsi alla Lombardia. Messa alla porta dall'organismo che nomina il cda dell'ente. Borghi (Pd): "Il risultato delle promesse miracolistiche"

La provincia dove c’è chi aspira a farla diventare lombarda e spera di poterlo fare con il referendum del prossimo 21 ottobre, per ora viene esclusa dalla più importante fondazione bancaria della Lombardia. E, guarda caso le coincidenze (chiamiamole così…), ad aver concorso alla stesura del nuovo regolamento che ha ridotto il numero di componenti della Comissione di Beneficenza della Fondazione Cariplo dove oltre a Novara ha sempre avuto un posto anche il Verbano-Cusio-Ossola è stato il rappresentante uscente di quest’ultimo nella fondazione, ovvero Francesca Zanetta, figlia dell’ex senatore Valter oggi promotore della consultazione popolare per il passaggio della provincia dal Piemonte alla Lombardia.

Un posto per due province, che fare? Non essendo stato trovato l’accordo su chi avrebbe dovuto incominciare la staffetta sedendo sull’unica poltrona per due ci si è affidati al sorteggio, che ha premiato Novara. Così, per la prima volta dalla sua istituzione che risale al 1995 la Provincia del Vco rimane fuori dall’organismo che dura in carica sei anni e a cui spetta in non irrilevante ruolo di nominare il cda della fondazione.

Uno smacco per la provincia ai ferri corti con Torino per la vicenda dei canoni idrici e per quella marginalità che viene imputata alla Regione, tanto da aver fatto crescere il fronte favorevole al passaggio in Lombardia culminato nella proposta e successiva indizione del referendum. Certo la decisione assunta dalla più importante fondazione lombarda non suona proprio come un’accoglienza a braccia aperte.

"La riforma ha come primo effetto concreto l'esclusione del territorio più periferico dal board della Fondazione”, osserva non senza polemica il deputato ossolano Enrico Borghi, membro dell’ufficio di presidenza del Pd alla Camera. “Si fa un gran parlare, in queste ore, di garanzie che arrivano da Milano in caso di un passaggio della provincia in Lombardia, e al primo atto pratico veniamo lasciati a casa da un organismo che in questi anni, sia pure con modalità molto discutibili e spesso autoreferenziali, ha distribuito sul territorio risorse finanziarie importanti per servizi ed investimenti. Negli anni scorsi – ricorda Borghi – ho avuto motivo di polemica con Guzzetti, e oggi i fatti purtroppo mi danno ragione”.

Il parlamentare dem sottolinea ancora come “affidarsi a miracolistiche promesse in caso di modifiche territoriali, significa imboccare la strada della delusione. Certo, se a tempo debito la riforma dello statuto della fondazione fosse stata fatta in trasparenza, avvisando e coinvolgendo le istituzioni, anzichè fare tutto alla chetichella, forse – sostiene Borghi – oggi non saremmo arrivati a questo risultato penalizzante per il Vco. Ma ormai cosa fatta capo ha, e di questo sappiamo chi ringraziare".

Il riferimento a Zanetta (figlia) appare evidente, pur senza sminuire le polemiche che in queste settimane hanno visto protagonisti Borghi e l’ex senatore di Forza Italia (di origini democristiane) transitato di recente nella Lega. E a proposito di Francesca Zanetta, che rimarrà fuori dalla commissione di cui era membro, rumors raccontano che non l’abbia presa poi così male. Soprattutto perché, sempre secondo voci (un po’ maligne, ma forse non del tutto campate in aria) che circolano attorno alla fondazione, la figlia dell’ex senatore avrebbe avuto rassicurazioni di un ripescaggio, magari attraverso qualche altro ente, da parte della vice di Guzzetti, ovvero la potentissima Mariella Enoc, presidente dell'ospedale Bambin Gesù.

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