Datevi alla pazza gioia, tanto ci pensa lo Stato

La lotta alla povertà è sicuramente cosa commendevole, ma attuata da uno Stato ha degli effetti collaterali non indifferenti di cui bisogna tener conto, pena lo sfascio della società. Fra i provvedimenti dell’attuale governo oltre al famigerato reddito di cittadinanza, premio per i nullafacenti, c’è l’intenzione di alzare le pensioni minime, così da premiare i nullafacenti del passato. Bisogna precisare che i comuni danno già un contributo ai disoccupati e il reddito di cittadinanza si andrebbe a sommare a tale cifra, permettendo ad alcuni di superare i mille euro mensili, entrata che risulta superiore a tanti stipendi che esistono oggi in Italia.

Una pensione minima elevata per quanto possa sembrare un provvedimento giusto crea delle conseguenze piuttosto gravi oltre a ingenerare ingiustizie nei confronti di chi ha lavorato per anni per avere uno straccio di pensione. Come si possono giustificare i circa 800 euro di pensione a chi non ha mai lavorato nei confronti di chi ha lavorato 40 anni per prendere una cifra pari o di poco superiore? Si premia chi non ha mai lavorato e chi lavora e risparmia viene punito, perché l’incremento delle pensioni minime verrà finanziato da chi lavora oggi e non prenderà una pensione o ne prenderà una irrisoria domani. A questo punto dato che l’uomo è razionale, le azioni saranno di conseguenza. Se non lavorando si potranno incassare 780 euro e senza versare contributi altrettanto di pensione, la cosa migliore è lavorare in nero ed incassare sussidi e salari in nero. Già oggi succede ciò con il sussidio di disoccupazione, perché molti lavoratori anche se trovano lavoro, preferiscono lavorare in nero per quei mesi in cui hanno ancora diritto al sussidio incassandolo insieme agli emolumenti in nero facendo risparmiare anche al datore di lavoro. Con il reddito di cittadinanza e le pensioni minime alte garantite a tutti non si farà altro che potenziare simili comportamenti opportunisti.

Altra conseguenza del lavoro nero è la diminuzione dei versamenti all’INPS che ha già i bilanci in rosso. Da un lato si aumentano le uscite e dall’altro c’è il concreto rischio di diminuire le entrate. Una decisione formidabile.

È capitato di sentire che anche in altre nazioni esistono sussidi per i disoccupati e questo dovrebbe giustificarne l’adozione in Italia. Ma proprio come insegnano le esperienze estere, tali sussidi incentivato il lavoro nero. Non solo in Italia, ma anche nella mitologica Germania esistono i furbi e gli scansafatiche e proprio l’estensione del welfare state permette ad individui con scarsa voglia di lavorare di vivere di sussidi fino al giorno in cui passeranno ad incassare la pensione sociale. È bene guardare le esperienze altrui per migliorarsi, non per imitare i difetti.

La lotta alla povertà dovrebbe essere compito del privato fatto con soldi raccolti da donazioni volontarie, perché ha una migliore possibilità di discernere fra chi è veramente bisognoso e chi fa il furbo. Se si pensa, che molti lavorando forse non avremo diritto ad una pensione pari alle 780 euro promossi dal governo gialloverde, non si può essere contenti.

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