VERSO IL 2019

Annullato il casting a Cinquestelle

Un sondaggio lampo blocca l'incontro per la presentazione dei candidati alle Regionarie on line. "Motivi di privacy" la spiegazione ufficiale, che nasconde la volontà di tenere alcuni pretendenti segreti. Al via il voto sulla piattaforma Rousseau

Il contrordine è arrivato in extremis attraverso un sondaggio dall’esito scontato, in cui si chiedeva agli attivisti se volessero celebrare la riunione per presentare i candidati alle regionarie del Movimento 5 stelle. “Questioni di privacy”, la motivazione ufficiale per mettere in dubbio l’incontro. Meglio annullare il tutto. Così rimarranno segreti ancora per qualche ora i pretendenti allo scranno di Palazzo Lascaris alle elezioni del 2019: un centinaio in tutto quelli che si sono iscritti sulla piattaforma Rousseau e che sono stati al vaglio del gran capo dei grillini piemontesi Davide Bono

I candidati sono stati sottoposti a una prima scrematura per individuare eventuali “avventurieri” - iscritti dell’ultima ora alla ricerca di un posto al sole e ben retribuito per cinque anni - oppure persone che si portano dietro pendenze giudiziarie che metterebbero non poco in imbarazzo il Movimento. Chi ha superato il primo scoglio ora dovrà confrontarsi con la selezione virtuale sulla piattaforma Rousseau che inizia domani mattina: entrerà in lista chi prenderà più preferenze virtuali. Intanto, però, i primi nomi iniziano a circolare. Di certo c’è Giorgio Bertola, consigliere uscente e favorito numero uno per la corsa alla carica di governatore, e pure Francesca Frediani, che potrebbe essere la principale alternativa.

Resta da capire se il candidato alla presidenza della Giunta, chiunque esso sia, sarà inserito anche in lista: una distinzione non da poco giacché la legge elettorale regionale prevede che solo il secondo classificato, tra i candidati a governatore, varchi di diritto il portone del parlamentino piemontese, come capo della coalizione o lista che rappresenta; il terzo, invece, resta fuori a meno che non conquisti sul campo le preferenze. Il precedente è quello di Bono, il quale nelle ultime due tornate è riuscito a entrare in Consiglio solo per essere stato il primo eletto nella sua lista, poiché il M5s non si è mai classificato nelle prime due posizioni. Nel 2014, per esempio, sia Sergio Chiamparino per il centrosinistra, sia Gilberto Pichetto per il centrodestra, rinunciarono a correre con le preferenze per dare un segnale di forza alle truppe: “Arriveremo primi, alla peggio secondi, non entro in lista” dissero ai capi dei rispettivi partiti.

Tra gi altri candidati in lizza circola il nome di Angelo Leto, attuale staffista dell’assessora Sonia Schellino a Torino, e Domenico Monardo, consigliere comunale e attivista storico a Collegno. Tra i tanti che ci proveranno anche coloro che sono rimasti fuori dalla grande abbuffata di eletti alle elezioni politiche, quelli che con disprezzo, qualche compagno di Movimento, chiama “gli ultimi trombati”.  

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