CONCORDIA ISTITUZIONALE

Partito unico della Granda

Alle provinciali di Cuneo una sola lista capeggiata dal sindaco Borgna. Tutti dentro, da destra a sinistra, neppure la parvenza di un'opposizione. E persino Crosetto che finge di protestare alla fine augura buon lavoro

Non hanno fatto tre anni di militare a Cuneo, ma lì essere uomini di mondo lo si può dimostrare anche facendo politica. Fuori dai soliti schemi, però. Com’è appena capitato per le imminenti elezioni provinciali che non vedranno alcuno scontro, neppure il più classico dei duelli sia pure combattuti sul terreno ristretto di un voto di secondo grado riservato ai soli consiglieri comunali. Destra, sinistra, centro: tutti dentro, tutti insieme in una sola lista, l’unica.

“Hanno prevalso il territorio, il senso di responsabilità e la continuità”, la spiega così quella summa di ecumenismo il sindaco del capoluogo nonché presidente uscente e sicuramente rientrante della Provincia Federico Borgna. Tradotto si legge come un unico rassemblement alla cui riuscita, vista la collocazione nel centrosinistra dello stesso Borgna, hanno ovviamente contribuito quelli della parte avversa: cruciale la posizione a dir poco aperturista dei due capataz berlusconiani sul territorio: l’ex ministro e attuale deputato Enrico Costa con storico feudo nel Monregalese e l’europarlamentare Alberto Cirio signore del centrodestra delle Langhe.

Di fronte a tanta concordia impossibile non aprire almeno una pagina dell’insuperato manuale Cencelli e applicarne con cura i preziosi suggerimenti. Alla fine la lista diventata listone riesce anche ad approssimare la parità di genere: “Dei dodici candidati cinque saranno donne”, annuncia Borgna ormai simbolo e non solo da ora, di una politica alla cuneese, ovvero con gli steccati che saltano come fuscelli sia si tratti di politica politicante, sia si tratti di finanza bancaria o delle fondazioni.

Oltre cinquecento firme sostengono la per nulla minacciata formazione che governerà l’ente: Giorgio Lerda, Flavio Manavella, Annamaria Molinari, Roberto Passone, Milva Rinaudo, Simone Alberto, Massimo Antoniotti, Carla Bonino, Pietro Danna, Laura Porracchia, Rosita Serra e Bruno Viale, i primi cinque riconfermati, tutti gli altri nuovi ingressi. Nessuna sorpresa, insomma, dallo spoglio che seguirà la votazione fissata all’ultimo giorno del mese e alla quale sono chiamati i 2.843 consiglieri e sindaci dei 250 Comuni della Granda.

Tutti insieme appassionatamente. Anche se dal centrodestra una voce, almeno all’apparenza, fuori dal coro arriva dal fratello d’Italia Guido Crosetto. L’ex sottosegretario alla Difesa, poi a capo dell’associazione delle fabbriche di armi, quindi nuovamente parlamentare anche se con dimissioni annunciate (e poi scomparse dai radar), punta nel mirino quello che a suo dire è un Patto del Nazareno della Granda.

“Forza Italia e Partito Democratico hanno trasferito in provincia la logica che aveva guidato il Nazareno a livello nazionale: mettere insieme tutto ed il contrario di tutto, pur di mantenere qualche ruolo e spartirsi un po’ di potere. Così – sostiene il gigante di Marene - nasce la lista per le provinciali. Chi sia il Renzi locale è chiaro: Federico Borgna, che porta a casa la presidenza della Provincia. Più difficile individuare i ruoli nel campo di Forza Italia”, punzecchia senza esagerare.

Spiega che il suo partito “ha cercato di compattare il fronte del centrodestra appoggiando l’iniziativa che in tal senso ha provato a portare avanti Enrico Costa. Poi, a fronte delle titubanze della Lega, ha deciso di non prestarsi ad un’operazione di potere fatta non su un programma condiviso, ma esclusivamente con ottica spartitoria e partitocratica”. Spara Crosetto, ma l’impressione è che lo faccia con un fucile a tappo. “Siccome dovranno comunque lavorare per il bene di tutta la provincia – conclude - auguriamo loro di farlo e saremo ugualmente a disposizione per risolvere problemi e non per spartire sedie”.

Come diceva Totò, uomo di mondo avendo fatto il militare a Cuneo, “a proposito di politica, ci sarebbe qualche cosarellina da mangiare?”.

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