GRANDI OPERE

Salta la visita alla Tav, tensioni nella Lega

Dopo la fuga di notizie, Siri e Casolati disdicono la missione odierna ai cantieri. Salvini impone la linea soft per non indispettire il M5s: nessuna fuga in avanti. Ma nel Carroccio monta il nervosismo

La notte ha portato consiglio, ma non la pace all’interno della Lega. L’annunciata missione di una delegazione del Carroccio ai cantieri della Tav, che tante tensioni ha creato nel partito di Matteo Salvini, è infatti saltata all’ultimo. La visita sarebbe dovuta avvenire oggi, prima sul versante francese poi su quello italiano, promossa dal sottosegretario ai Trasporti Armando Siri assieme alla senatrice Si Tav Marzia Casolati, eletta nel collegio della Valsusa, e alla lombarda Antonella Faggi. Una iniziativa vissuta come una fuga in avanti dai vertici nazionali e regionali della Lega, più interessati, almeno in questa fase, a rendersi duttili verso l’alleato grillino – e in particolare con il ministro Danilo Toninelli – piuttosto che mostrare i muscoli. Sulle grandi infrastrutture come su molti punti del contratto di governo, anche se le fibrillazioni di certo non mancano. È una battaglia, quella della Tav, da vincere con la diplomazia e non attraverso lo scontro frontale, con una lunga opera di persuasione (senza dimenticare qualche concessione) piuttosto che con la coercizione. Un po’ come avvenuto con il gasdotto in Puglia.

In questo senso va letta anche la nota trasmessa ieri dai deputati piemontesi Alessandro Benvenuto ed Elena Maccanti: una vera e propria apertura di credito a Toninelli e la disponibilità piena ad attendere l’esito dell’analisi costi-benefici per prendere una decisione. Anzi non è da escludere che il comunicato sia stato scritto in fretta e furia e diffuso proprio per tranquillizzare i pentastellati di fronte al rischio che la “missione segreta” pianificata da Siri, Casolati e Faggi diventasse di dominio pubblico (come poi avvenuto). L’argomento è delicatissimo, in Valsusa il Movimento 5 stelle si gioca gran parte della propria credibilità di fronte ai suoi elettori e se Tav deve essere è necessario che la “deviazione” rispetto ai binari del “No” avvenga nel modo più indolore possibile, concordando un nuovo percorso (sul tratto italiano) anche la strategia comunicativa. Così, quella missione che rischiava di trasformarsi in un boomerang, complice anche la fuga di notizie avvenuta ieri sera, è definitivamente saltata questa mattina. Un cambio di programma che non mancherà di portarsi dietro malumori e polemiche.