GRANDI OPERE

La Lega deraglia sulla Tav

Per non irritare i Cinquestelle gli esponenti del Carroccio sfoderano un campionario di formule degne del peggior politicismo. Dopo il dietrofront del duo Benvenuto-Maccanti oggi è la volta dell'accelerata della senatrice Casolati: "Opera fondamentale"

Quant’è dura barcamenarsi tra i vincoli dell’alleanza di governo e i propri convincimenti. Per la Lega si fa sempre più complicato continuare ad affermare la linea favorevole alla Tav evitando di irritare (troppo) il partner grillino e, soprattutto, senza che tale atteggiamento passi per “opportunismo”, come gli industriali torinesi hanno bollato ieri la posizione attendista annunciata dai due parlamentari torinesi, Alessandro Benvenuto e Elena Maccanti, in ossequio al mantra pentastellato dell’analisi costi-benefici. Ad arrampicarsi sugli specchi ci prova, all’indomani della reprimenda di Dario Gallina, la senatrice Marzia Casolati, eletta nel collegio che comprende anche la Valsusa. La stessa che ieri avrebbe dovuto recarsi in compagnia del sottosegretario del Carroccio a Trasporti e Infrastrutture, Armando Siri, ai cantieri della Torino-Lione su entrambi i versanti, visita poi saltata proprio per non indispettire il ministro Danilo Toninelli e i Cinquestelle.

 “La Tav è un'opera fondamentale per l’economia italiana – sentenzia, bontà sua la Casolati – . È un investimento transgenerazionale che utilizzeranno i nipoti dei nostri figli, così come il vecchio Frejus, costruito nel 1871, ancora oggi è usato con regolarità dai tutti noi”. Fatta questa premessa, la senatrice con furbesco cerchiobbotismo afferma che “l’analisi del progetto è una buona cosa perché se ci sono possibilità di migliorare l’opera sia sotto l’aspetto economico che sotto quello ambientale, appare sciocco non prenderla in considerazione”. Sposando, nei fatti, quella revisione low cost che vede ormai un ampio fronte favorevole: dalla stessa Telt, la società incaricata di realizzare l’opera, al governatore piemontese Sergio Chiamparino. “La Tav – conclude la Casolati – deve essere portata a termine, non perché ce lo dice l’Europa o perché si rischiano penali di recesso, ma perché serve ai lavoratori, alle imprese e ai cittadini italiani”. Lo dica ai suoi alleati e anche a qualche suo compagno di partito pronto a scarificarla sull’altare del Governo gialloverde.