GEOGRAFIA POLITICA

Vco, secessione alla prova del voto

I cittadini della piccola provincia al confine con la Svizzera diranno se intendono passare sotto la bandiera della Lombardia. Il primo referendum del genere in Italia. L'incognita del quorum e la posta "politica" per la giunta Chiamparino

“Volete che il territorio della Provincia del Verbano Cusio Ossola sia separato dalla Regione Piemonte per entrare a far parte integrante della Regione Lombardia?”. È questo il quesito al quale dovranno rispondere i cittadini di quel piccolo distretto al confine con la Svizzera, che dopo aver ottenuto lo status di Provincia, nel 1992, ora valuta un trasferimento che non ha precedenti in Italia. Sono 143.375 gli aventi diritto al voto che si esprimeranno domenica 21 ottobre (urne aperte dalle 7 alle 23 nei 225 seggi). Dopo la mezzanotte si saprà se è stato raggiunto il quorum (la metà dei votanti più uno) per rendere valido il referendum, e se si saranno raggiunti i 71.687 “Sì” che sancirebbero il trasloco del Vco in Lombardia. 

I promotori del referendum consultivo – su tutti l’ex parlamentare di Forza Italia Valter Zanetta, ora leghista – dopo un’iniziale fase di entusiasmo durata fino alla proclamazione lampo decisa dal governo, si sono dovuti confrontare con l’isolamento politico determinato dalla freddezza che lo stesso Carroccio ha dimostrato negli ultimi tempi, e dalle difficoltà finanziarie dovute ai costi per la celebrazione della consultazione popolare. Sul referendum si sono pronunciati tutti i partiti: nessuno favorevole al passaggio in Lombardia ma quasi tutti schierati per il “no”, eccezion fatta per i 5 Stelle che hanno lasciato libertà di voto. Benché da piazza Castello lo neghino, il referendum rappresenta un test significativo per la giunta regionale di centrosinistra guidata da Sergio Chiamparino e dal suo vice Aldo Reschigna. Per quest’ultimo in particolare la posta in gioco è altissima, essendo stato eletto proprio in quel collegio e avendo ricoperto in passato l’incarico di sindaco di Verbania. Insomma, anche con questo referendum si misureranno le politiche messe in campo dal Piemonte (non solo per il Vco) e la percezione che ne hanno ricavato i cittadini.

Il numero due della giunta ha intensificato nelle ultime settimane gli incontri in tutto il Vco, chiudendo partite aperte da tempo. Pochi giorni fa è stato firmato a Cannobio l’accordo di programma sulla messa in sicurezza della strada statale 34, dopo che nel marzo del 2017 una frana bloccò un’arteria centrale per il collegamento con la Svizzera, causando anche una vittima. Un intervento da 60 milioni ripartiti tra Regione (25 milioni) e Anas (35). Alla fine di settembre lo stesso Reschigna, assieme a Chiamparino e alla collega del Turismo Antonella Parigi, aveva incontrato amministratori e stakeholder della zona per illustrate tutto ciò che è stato fatto in questi anni e ammonire sui rischi di un trasferimento in Lombardia. Dei rischi di finire marginali rispetto al baricentro milanese, soprattutto per quanto concerne gli assetti bancari e finanziari, ha parlato lungamente il deputato ossolano Enrico Borghi (Pd) che è arrivato a rifacciare persino qualche conflitto di interesse famigliare allo stesso Zanetta, la cui figlia Francesca opera nell'ambito della Fondazione Cariplo.

Incurante delle polemiche, ancora ieri Zanetta ha ribadito i vantaggi del passaggio in una regione “che ha uno dei Pil più alti d’Europa e che è il motore dell’Italia, rispetto al Piemonte il cui bilancio in rosso continuerà a penalizzare anche le province”. E ha rimarcato – suo cavallo di battaglia – come in Lombardia “il Vco avrebbe i 18 milioni di canoni idrici che il Piemonte non dà mentre la Lombardia versa regolarmente alla provincia di Sondrio”. Il vicepresidente Reschigna è apparso anche sugli schermi della Tv Svizzera per ribadire i suoi dubbi e sottolineare come “andando in Lombardia il Vco si isolerebbe da uno dei bacini turistici più importanti, rappresentato dei laghi Maggiore, Mergozzo e Orta. Abbiamo lavorato per anni per costruire una offerta turistica che valorizza i laghi, se spezziamo il territorio spezziamo anche l’offerta turistica”.

La sfida tra il fronte del Sì e quello del No è aperta, anche se la vera incognita sarà la partecipazione. Il referendum, come abbiamo detto, per essere valido (ancorché l’esito non risulti vincolante) deve ottenere un numero di Sì pari al 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto. Per il sindaco di Verbania Silvia Marchionini, contraria al trasferimento in Lombardia, la consultazione “non è particolarmente sentita nel capoluogo” e auspica come tutto il fronte del No una saldatura tra contrari e indifferenti, tenendo ben sotto la soglia del quorum i favorevoli.

Intanto sui social c’è chi ci ha giocato. Il sindaco di Omegna Paolo Marchioni ha anciato  su facebook un “veloce sondaggio per anticipare domenica: Piemonte o Lombardia?”. Le risposte al sondaggio non si sono fatte attendere: molti hanno scelto la Lombardia, diversi il Piemonte, ma non sono mancate le risposte a favore dell’“autonomia” o perfino di altre regioni come il Trentino e anche la Sicilia. Tra i post anche quello di chi si affida a Carducci: “Tra le poesie del toscano Carducci, una argomenta sul Piemonte (su le dentate e scintillanti vette..) e l’altra sulla Lombardia (Parlamento: vi sovvien, dice Alberto da Giussano…).

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