POLVERE DI (5) STELLE

Appendino mette il broncio e dà buca a Di Maio e Casaleggio

La sindaca diserta Italia 5 stelle, il grande raduno del Movimento in programma nel weekend a Roma. "Impegni torinesi" filtra da Palazzo Civico, ma la verità è che i rapporti con i vertici nazionali sono sempre più freddi. Presenti Bono, Bertola e Frediani

A volerla liquidare con una battuta si potrebbe dire che in fondo Chiara Appendino il circo ce l’ha già in casa, tra consiglieri bizzosi e assessori che camminano sul filo del funambolo. Ufficialmente il motivo per cui diserterà la quinta edizione di Italia 5 Stelle, la kermesse pentastellata in programma nel weekend al Circo Massimo di Roma, è per non meglio precisati “impegni torinesi”, almeno secondo quanto fa sapere il suo ufficio stampa. Per la stessa ragione, un impegno a Pavia (che però si concludeva all'ora di pranzo), non è stata presente la sera di sabato scorso all’incoronazione di Giorgio Bertola, il candidato governatore del Piemonte, al quale avrebbe preferito l'ex deputata Silvia Chimienti o l'europarlamentare Tiziana Beghin. Per l'ennesima volta non è stata in grado di opporsi al feudo grillino di Davide Bono che da Palazzo Lascaris regge le fila del movimento.

“Ci saranno artisti, tutti i portavoce nazionali, regionali, i nostri sindaci, i consiglieri comunali, gli attivisti, i parlamentari europei, i ministri, ci saranno Davide (Casaleggio) e Beppe (Grillo). Ci saremo tutti” si legge nell’ultimo entusiastico post pubblicato sul Blog delle Stelle. Tutti tranne uno, anzi una. Perché la prima cittadina di Torino resterà nella sua città, a conferma del gelo calato tra lei e i vertici romani, dopo il pasticcio olimpico in cui si è sentita “scaricata” da chi avrebbe dovuto tutelare lei e la candidatura del capoluogo piemontese, ovvero Luigi Di Maio e la nutrita pattuglia pentastellata che affolla i ministeri. Marginale a Torino, dove non è riuscita a inserirsi nella partita sulle regionarie, nei fatti rafforzando Bono, con cui i rapporti sono ai minimi, snobbata a Roma, dove dopo qualche tour organizzato tra i vari dicasteri all’indomani della nascita del governo gialloverde, ora trova solo porte chiuse o frasi di circostanza a rassicurarla sui tanti dossier aperti relativi a Torino. Insomma, non le resta che Sergio Chiamparino, l’unico (e non c’è niente da ridere!) a dimostrarsi leale fino in fondo, in ogni partita giocata insieme in nome della concordia istituzionale.

Un’assenza che difficilmente passerà inosservata durante l’Agorà dei sindaci, uno spazio dedicato alle buone pratiche degli amministratori grillini, di cui farà parte la sindaca di Roma Virginia Raggi, che conquistò la Capitale nello stesso giorno in cui Chiara espugnò chiuse il ventennio del centrosinistra sotto la Mole. Presente invece, con tanto di post via social, la pattuglia dei “regionali” capitanata da Bono, Bertola e  Francesca Frediani, oltre a parlamentari e consiglieri comunali, sindaci e attivisti. Tutti, tranne Appendino.

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