SFASCISMO

Tav, l'esito dell'analisi è già scritto

Lo studio costi/benefici disposto da Toninelli è una presa in giro. L'accusa del commissario di governo Foietta: "Valutazione pilotata, costruita sui pregiudizi del ministro". Impossibile adeguare la vecchia linea. Alibi scientifici per giudificare una decisione politica

L’analisi costi/benefici sulla Tav decisa dal governo “è pilotata e con esito già scritto. È sempre più fondato il sospetto che sia stata costruita sugli stessi pregiudizi del ministro Toninelli”. Paolo Foietta, commissario di governo e presidente dell’Osservatorio per la Torino-Lione, non nutre molte speranze sul risultato dello studio disposto dal Governo gialloverde. Certo, la composizione della commissione incaricata dall’ineffabile titolare del dicastero di Porta Pia, il grillino Danilo Toninelli, non offre sufficienti garanzie di imparzialità. Del resto è stato uno dei suoi più illustri componenti, il professor Marco Ponti, che non ha mai fatto mistero della sua posizione contraria alla Tav, ad ammettere che “alla fine sarà una scelta tutta politica”.

Non fornisce garanzie, pertanto, “il giudizio preventivo del ministro sull’inutilità della linea ferroviaria”, aggiunge Foietta, posizione che “non ha nessun riscontro né con i numeri più aggiornati né con le analisi su cui lavoriamo da molti anni e che dovrebbero essere lette e discusse, non mistificate”. Ed è quindi “inaccettabile e da irresponsabili negare l’analogia con il ponte Morandi del vecchio traforo del Frejus. Quel traforo è inadeguato al trasporto delle merci ed è lontano da livelli di sicurezza minimi che richiede l’Europa”, sottolinea il commissario replicando alle dichiarazioni del ministro Toninelli del 3 novembre scorso. Per adeguare la sagoma del vecchio tunnel del Frejus, progettato nel 1856 e inaugurato nel 1871, alle esigenze del trasporto moderno, i lavori sono iniziati nel 2003. “Gli adeguamenti – sostiene Foietta – hanno avuto l’effetto di un cerotto sul moribondo. Il ministro dovrebbe sapere che non si possono riparare le cose che non funzionano. Un eventuale, costosissimo, rattoppo del tunnel di valico non risolverebbe i problemi strutturali che sono la ragione per cui la linea è inesorabilmente fuori mercato, per la pendenza e la massa che può trasportare. Oggi, è la spiegazione di Foietta, sulla disastrata linea del Frejus passano solo treni corti e leggeri quando il mercato li richiede lunghi e pesanti. Per questo la linea ha perso il 70% del traffico negli ultimi 20 anni, nonostante gli inutili lavori di adeguamento alla piccola sagoma”. La nuova Torino-Lione farebbe viaggiare i treni come fossero in pianura, annullando le pendenze di montagna e consentirebbe il transito di convogli lunghi 750 metri con un carico di 2mila tonnellate.

La conclusione è piuttosto amara. “Il ministro Toninelli potrebbe passare alla storia per essere riuscito a privare l’Italia dell’unico collegamento ferroviario internazionale con l’Europa occidentale. E a chiudere dopo 150 anni il primo traforo delle Alpi”. Tutto questo succede “mentre tutti gli altri tunnel ferroviari delle Alpi, ben più recenti, sono stati ormai sostituiti ai confini con Svizzera e Austria con nuovi tunnel di base, sicuri e competitivi”, che avranno come conseguenza quella di aumentare ancor più lo svantaggio del Nord-Ovest dell’Italia, sull’asse occidentale.

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