TRAVAGLI DEMOCRATICI

Fassiniani divisi su Gallo

Perplessità all'interno della stessa componente (ormai orfana di Fassino) che dovrebbe sostenere il giovane consigliere regionale alla guida del Pd piemontese. Riunione tesa in via Masserano. Ma l'alternativa "unitaria" fatica a trovare un nome da proporre

I più “sparati”, secondo quanto raccontano i presenti, continuano a essere i due grandi vecchi della corrente che un tempo fu di Piero Fassino: l’eminenza grigiastra del Lungo Giancarlo Quagliotti e la vecchia lenza socialista Gioacchino Cuntrò. Sono stati ancora una volta loro due a tentare (invano) di compattare la corrente attorno al nome di Raffaele Gallo in vista del congresso regionale del 16 dicembre. L’incontro è avvenuto ieri in via Masserano, quartier generale di quel Pd piemontese da scalare in attesa che si consumi la resa dei conti a livello nazionale.

Attorno allo stesso tavolo anche Caterina Greco e Gabriella Pistone, già candidate a Palazzo Civico nel 2016, la consigliera regionale Nadia Conticelli, l’ex deputata Paola Bragantini e qualche altro. Ma, morettianamente parlando, a farsi notare sono state in particolare le assenze: non c’era il gruppo di Nichelino, capeggiato da Salvatore Buglio, e neppure i due ex assessori di Fassino, Stefano Lo Russo (oggi capogruppo in Sala Rossa) e Claudio Lubatti, suo compagno di banco. I due sono da tempo, ormai, autonomi e quindi neanche invitati. Più significativa la defezione del senatore Mauro Laus e del segretario della Federazione torinese Mimmo Carretta, assenze diplomaticamente giustificate “da altri impegni”. Nessuno anche dal Piemonte Orientale, dove tuttavia si dà per certo il sostegno di Rita Rossa ad Alessandria (ma non di Paolo Filippi, ex presidente della Provincia, che ora gravita nella galassia renziana e che già scalda i motori in vista delle elezioni regionali, terrorizzando l’uscente Domenico Ravetti), Gabriele Molinari a Vercelli, Dimitri Buzio a Biella, Franca Biondelli a Novara.

Ma la componente fatica sempre più a muoversi come un monolite: se Gallo, infatti, è riuscito ad avvicinare e dialogare con colleghi di Palazzo Lascaris, a partire da Daniele Valle e Angela Motta, i problemi principali li ha in casa. Su otto interventi, alla riunione di ieri, quattro hanno espresso più di una perplessità sull’operazione: non tanto sul nome del candidato, quanto sul metodo di una manovra concepita come una scalata, e percepita addirittura come una sorta di Opa ostile in caste aree del partito. Tra i più scettici si annoverano certamente Bragantini e Conticelli, cui si è aggiunto un giovane emissario di Andrea Stara, che ha svolto diligentemente il proprio compito.

Le dinamiche locali si intrecciano fatalmente con quelle nazionali e così mentre Raffaele Gallo si allunga sulle sponde renziane al punto da recarsi pure alla Leopolda, allo stesso modo Bragantini (il cui nome circola tra le ipotesi di una soluzione unitaria) e Conticelli sui radar del Nazareno sono state avvistate in navigazione verso litorali laziali. Una scissione per certi versi attesa, che tuttavia non ferma quello che a oggi risulta l’unico candidato in pista: nei prossimi giorni la componente chiederà una convergenza di tutto il partito sulla sua candidatura. Missione improba, nonostante dall'altra parte della barricata l'alleanza trasversale promossa da renziani della prima ora, orlandiani e cuperliani, fatichi non poco a trovare un'alternativa, posto che il nome di Luigi Bobba continua a non riscuotere unanime consenso.

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