TRAVAGLI DEMOCRATICI

Gallo razzola nel pollaio di Renzi

Il candidato fassiniano alla segreteria piemontese del Pd va a Salsomaggiore nel covo dei seguaci dell'ex premier. Mentre prosegue la ricerca di un nome alternativo, lui si accredita presso il Giglio Magico. E Zingaretti fa proseliti

Come tu mi vuoi. Dicono che a seconda dell’interlocutore Raffaele Gallo, candidato alla segreteria del Pd piemontese, abbia imparato la sofisticata arte di farsi concavo e convesso. Mai una parola di troppo, il tono rassicurante fino quasi a un’acritica accondiscendenza. A settembre, tra i conciliaboli della Festa dell’Unità torinese, si era sparsa la voce di un suo progressivo avvicinamento a Nicola Zingaretti per tentare di agganciare la sinistra del partito e coinvolgerla nei suoi disegni. La missione è ben presto fallita e così, mentre voci accreditate riportavano di un rendez-vous tra il governatore del Lazio e il papà Salvatore, il giovane consigliere regionale è comparso alla Leopolda di Matteo Renzi, assieme a uno dei principali king maker della sua candidatura, il senatore Mauro Laus. E a chi gli chiedeva il perché della sua presenza a Firenze, lui rispondeva senza scomporsi che “Matteo avrà fatto degli errori ma le sue politiche hanno rappresentato un elemento di innovazione importantissimo”.

Dopotutto negli ultimi due congressi è stato tra coloro che Renzi l’ha votato seppur la sua componente sia sempre stata quella dei renziani della seconda ora, per distinguerla da quelli della “prima”, gli ex popolari che affiancarono l’allora sindaco già nella sfida, quasi impossibile, per la premiership, contro Pier Luigi Bersani. E poco importa se Piero Fassino, l’ex capo di una corrente che ancora porta il suo nome, ormai dai lidi di Rignano ha preso il largo per approdare assieme a Dario Franceschini sullo zatterone di Nicola Zingaretti. A proposito, ieri alla Fabbrica delle E, il governatore del Lazio ha testato per la prima volta il suo appeal su Torino e va detto che in platea c’era un bel pezzo dell’establishment democratico, in gran parte proveniente dagli ex Ds: dalla vicepresidente del Senato Anna Rossomando, all’assessora regionale Gianna Pentenero e alla collega eletta in Sel Monica Cerutti. Presenti pure il numero due della Sala Rossa Enzo Lavolta, il capogruppo dem a Palazzo Lascaris Domenico Ravetti e la consigliera Nadia Conticelli, l’ex Psi Giusi La Ganga e Giorgio Ardito, già segretario del Pds di Torino, i sindaci di Nichelino e Beinasco Giampiero Tolardo e Maurizio Piazza, il valsusino Pacifico Banchieri, l’ex deputata Paola Bragantini, e i presidenti di tre Circoscrizioni torinesi, Claudio Cerrato, Marco Novello e Francesca Troise (quest’ultima, peraltro, vicinissima a Gallo). E pure uno dei possibili avversari di Gallo, quel Luigi Bobba che fatica a convincere il Giglio Magico sul suo nome ed evidentemente cerca sponde altrove.

E così torniamo al congresso e al candidato alla segreteria regionale. Questa mattina Gallo, senza troppa fretta, si è messo in macchina alla volta di Salsomaggiore Terme: direzione “Italia 2030”, la kermesse della corrente renziana che si organizza in vista della conta nazionale, la prima, nell’ultimo lustro, in cui il leader non sarà candidato in prima persona. Nella stessa auto, c’erano anche Daniele Valle e la deputata Francesca Bonomo, loro due sì renziani doc. Una deviazione ad Asti per recuperare un compagno per strada, e poi via verso il cuore dell’Emilia, un tempo rossa, e oggi sempre più a tinte verdi. Con l’adesione a Renzi, Gallo cambia strategia rispetto a un paio di mesi fa e cerca una legittimazione direttamente dal Giglio Magico, per ovviare all’ostilità palesata dagli uomini dell’ex premier a Torino che vivono come “un’opa ostile sul partito” la sua candidatura (dixit Davide Gariglio). Nei suoi piani il fatto che al suo fianco ci siano Valle e Bonomo dovrebbe consolidare il suo profilo renziano e pure la sua candidatura, limitando gli spazi di manovra di chi vorrebbe porre un argine. Soprattutto se prosegue l’impasse attorno all’individuazione di un candidato unitario, in grado di mettere d’accordo tutti quelli che di votare Gallo proprio non ne hanno nessuna intenzione. “Ci sta lavorando Stefano Lepri”, deputato un tempo renziano ora vicino a Graziano Delrio, affermano fonti vicine ai renziani della prima ora; lui però smentisce e ribadisce il suo incondizionato sostegno a Bobba.  Intanto i fassiniani occupano una casella strategica, quella della presidenza della Commissione del congresso, dove è stata eletta Anna Cuntrò, sorella di Gioacchino Cuntrò, uno dei registi dell’operazione Gallo, assieme a Giancarlo Quagliotti, eminenza grigiastra di Fassino nei cinque anni in cui è stato sindaco.

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