DIPLOMAZIE

Tav, la Francia corregge Toninelli: "Decisioni secondo impegni Ue"

La ministra d'Oltralpe Borne si è limitata a "prendere atto" dell'analisi costi-benefici disposta dall'Italia, ma nell'incontro ha ribadito al collega grillino il rispetto dei trattati internazionali e dei tempi per i bandi. Ora che fa Telt? Virano va a Parigi

Nonostante il tentativo del ministro che scappa tra i tavoli del ristorante – ovvero l’ineffabile Danilo Toninelli – di bollare come fantasiose ricostruzioni quelle che sono, in verità, le parole pronunciate in risposta dalla sua omologa francese Elisabeth Borne, il re del governo NoTav è nudo. E qualcuno rischia di rimanere in mutande. “La Francia ha preso atto della decisione italiana di effettuare l’analisi costi-benefici, ma ho ribadito che il calendario e le decisioni da prendere dovranno essere coerenti con i vincoli dei nostri impegni internazionali comuni, in particolare in termini di finanziamenti poichè l’Europa ha dichiarato di essere disposta ad aumentare la sua partecipazione al 50% rispetto al costo del progetto”, così parlò il ministro francese. Non ai tavolini di un caffè, ma in aula del Senato rispondendo a un’interrogazione di Loïc Hervé, parlamentare dell’Alta Savoia.

E dunque, nessun rinvio, nessuna concessione, nessun blocco dei bandi relativi alla costruzione del tunnel di base. Una precisazione, quella da parte francese, che non lascia spazio a dubbi o interpretazioni. Ma che, soprattutto, pone una domanda cruciale: perché Telt, la società italo-francese, la cui direzione spetta al nostro Paese ed è affidata all’architetto torinese Mario Virano, non coglie l’occasione per procedere come da programma, superando quello stop ai bandi che tanto sa, fin dall’inizio, di ossequiosa attesa di ordini da Palazzo Chigi e piazzale di Porta Pia, sede del dicastero di Toninelli?

Tutt’altro che dispiaciuti dalla diffusione del provvidenziale brogliaccio stenografico planato ieri dal Parlamento d’Oltralpe nelle redazioni (quasi viaggiasse davvero sulla Tav) i vertici operativi di Telt, per contro, non sembrano intenzionati ad approfittarne, ovviamente in senso del tutto legittimo. Forse chissà, lo potrebbero fare per mettersi ulteriormente al riparo nella tempesta che pareva dover sradicare lo stesso Virano.

Al contrario a dover lasciare il posto, almeno per primo, sarà il presidente dell’Osservatorio sulla Tav, Paolo Foietta, ormai nel mirino dei Cinquestelle con i quali, invece, il direttore di Telt pare aver aperto da un po’ di tempo canali diplomatici paralleli e comunque di alto livello (in particolare con la sottosegretaria grillina al Mef Laura Castelli).

A proposito, Foietta stasera sarà a Porta a Porta a confrontarsi con il capo della fantomatica commissione (o comitato che dir si voglia) costi-benefici Marco Ponti, lasciando supporre che il professore chiamato da Toninelli abbia accettato quel faccia a faccia con in tasca, forse chissà, una sorta di viatico e, magari, anche la quasi certezza circa l’esito della sua valutazione.

Se come ha commentato Sergio Chiamparino “Toninelli ha fatto finta di non capire la fretta che gli ha messo la ministra francese", o come ha osservato la parlamentare di Forza Italia Claudia Porchietto “la Francia ci ha detto di affrettare i tempi per non rischiare di perdere i finanziamenti dell'Unione”, quale ragione frena ancora, da parte italiana, la predisposizione dei bandi?

Neppure la scoperta, da parte del deputato del Pd Davide Gariglio, di un pasticcio nell’istituzione della commissione costi-benefici, pare aver fatto mutare l’intenzione di Virano di aspettare il via libera dal manovratore pentastellato. Forse i segnali di un irrigidimento ulteriore dei Cinquestelle e un necessario conseguente indebolimento della Lega sul fronte favorevole all’opera, stanno arrivando in alcune stanze in maniera più chiara che altrove? Una risposta a questo e ad altri interrogativi, probabilmente, la si avrà domani quando Virano incontrerà a Parigi il presidente di Telt, Hubert de Mesnil. Non ci saranno sedie da dribblare, forse poltrone da conservare, chissà...