DIALOGO TRA SORDI

Imprese e sindacati non parlano con Appendino. Castelli prova a mediare

Dopo le sette madamin, anche i rappresentanti del mondo economico e produttivo torinese chiudono la porta lasciata aperta dalla sindaca. Nel week end missione diplomatica della sottosegretaria per tentare di placare la protesta e riaprire il dialogo

“Le associazioni d’impresa, dei lavoratori di categoria, della cooperazione e degli ordini professionali hanno preso atto di una richiesta informale pervenuta dall’amministrazione comunale di Torino e di un orientamento simile del Ministero per lo Sviluppo Economico, circa un incontro per avviare un dialogo. In attesa di convocazioni formali, ad oggi non ancora pervenute, le stesse associazioni affermano che quella del Governo è l’unica sede di confronto nella quale discutere della Tav sulla base di dati certi e incontrovertibili”. Con una nota le organizzazioni che hanno aderito all’appello per la Torino-Lione rispediscono al mittente l’invito di Chiara Appendino (recapitato attraverso il suo messo Alberto Sacco) e attendono una convocazione al Mise. Così, dopo il niet delle sette madamin che hanno promosso la manifestazione di sabato scorso, anche i rappresentanti del tessuto economico e produttivo torinese chiudono la porta, lasciata aperta dalla prima cittadina, e riconoscono come unico interlocutore il Governo. Un nuovo smacco per Appendino che ormai non è più vista come un interlocutore credibile dai principali soggetti economici e stakeholder della città.

È in questo scenario che s’inserisce, per tentare una difficile mediazione la sottosegretaria al Ministero dell’Economia e finanze, Laura Castelli. L’esponente grillino di via XX Settembre in queste ore ha avviato una sua azione diplomatica con l’obiettivo di mettere in agenda nella giornata di sabato, a Torino, una serie di colloqui con alcuni rappresentanti del mondo datoriale, nelle stesse ore in cui i rappresentanti delle imprese incontreranno il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, nel capoluogo piemontese per la manifestazione Sì Tav promossa da Forza Italia. I due interlocutori privilegiati della Castelli sono il presidente della Camera di Commercio Vincenzo Ilotte e Giuseppe Gherzi, storico direttore e uomo macchina dell’Unione Industriale di Torino (da quest’ultimo lo staff della Castelli attende ancora la conferma). Già in passato la Castelli si è posta come cerniera sul tema della Tav, aprendo un canale in primis con Telt: "l'opera in qualche modo si farà - è sempre stato il sunto delle sue parole, pronunciate a mezza bocca, aggiungendo poi - abbiamo solo bisogno di un po' di tempo". Il problema è che anche quello ormai inizia a scarseggiare, soprattutto dopo che governo francese e Unione Europea hanno lanciato l'allarme sul rischio di perdere i finanziamenti.

Una missione se non impossibile certamente difficile quella della sottosegretaria, anche a giudicare dalle parole pronunciate questa mattina dai vertici confindustriali piemontesi nei confronti del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, che secondo Fabio Ravanelli dovrebbe “vergognarsi”. “Venga a vedere i cantieri e la smetta di dire che la Tav è una galleria che non c'è”. Ravanelli, assieme a Dario Gallina e a una delegazione di imprenditori, ha visitato il cantiere: “Dire che l'opera non esiste è fare disinformazione - dice - In tutto sono già stati scavati 25 chilometri di galleria. Se non ci muoviamo, rischiamo di perdere i fondi”.

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