Una lista cattolico popolare alle Europee

Ci sono tre buone ragioni per dire sì ad una lista cattolico popolare e democratica per il rinnovo del prossimo Parlamento Europeo. Innanzitutto si vota con un sistema rigorosamente proporzionale dove non sono previste alleanze e coalizioni. Un sistema che esalta la personalità delle singole forze politiche e che riconosce, al contempo, la piena dimensione programmatica di quel partito. In secondo luogo con il superamento dei partiti plurali e a vocazione maggioritaria - e cioè del Partito democratico e di Forza Italia - è del tutto coerente che ritornino in campo le identità politiche e culturali. Certo, si tratta di identità aggiornate e riviste rispetto a quelle del passato. Ma è del tutto evidente che con il tramonto definitivo ed irreversibile della pluralità culturale che caratterizzava i grandi partiti che abbiamo conosciuto sino al voto del 4 marzo scorso, la discesa in campo delle singole identità politiche quasi si impone per legge. In ultimo, ed è sicuramente la considerazione più importante, come è possibile che in una elezione in cui entra in gioco direttamente il futuro, la natura e il profilo dell'Europa, possa essere assente quella componente cultuale che è stata decisiva nel momento in cui è stata fondata l'Europa stessa? Come si potrebbe giustificare, soprattutto di fronte ad una rinnovata richiesta di presenza politica dei cattolici italiani, una reiterata e continuata assenza di quella componente e di quella cultura?

Ecco, alla luce di queste considerazioni, presentare una lista cattolico popolare, democratica e sociale alle prossime elezioni europee diventa quasi scontato. Se non addirittura necessario ed indispensabile. Ed è quello su cui ci si sta attrezzando in questi mesi. L’unico ostacolo da superare, ed è l’elemento ancora in discussione, è quello di ricostruire una ricomposizione politica di tutte le esperienze, le sigle, i movimenti, i gruppi e le associazioni che gravitano nell’area cattolico democratica e popolare e che non si riconoscono più negli apparati, ormai stantii e logori, di quei partiti che sono ormai arrivati quasi al capolinea come l’Udc, il Pd e Forza Italia. Una ricomposizione laica che si rende necessaria non solo per la spinta sempre più forte che arriva dalla periferia cattolica ma anche e soprattutto per una esigenza politica e culturale ormai non più rinviabile. Per questi motivi, ovvi ma oggettivi, ci sarà una lista cattolico democratico e popolare alle prossime elezioni europee. Una lista laica, aperta, plurale e riformista ma con un chiaro orientamento politico e culturale.

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