CONTRORIFORME

La Lega riesuma le Province

Affossate da Delrio, Salvini vuole farle tornare in vita: "Non sono enti inutili". Il capogruppo e segretario piemontese Molinari ha presentato una proposta di legge: "Convinceremo i Cinquestelle, per noi è una priorità". L'idea piace ad amministratori di ogni schieramento

“I Cinquestelle devono capire che le Province non sono un posto dove si sprecano i soldi, ma enti che servono al territorio”. Il Governo non ha ancora doppiato la boa dei sei mesi e la Lega mette un carico da undici sul tavolo di una briscola a cui i grillini non vorrebbero neppure sedersi, forse temendo di dover incassare il due di picche.

Lo ha fatto, l’altro giorno Matteo Salvini, parlando a una vastissima platea di sindaci: “Dopo la riforma Delrio questi enti non sono né carne e né pesce. E ci sono piccoli comuni che, tolto il sostegno delle province, restano abbandonati in una valle". Elencando le difficoltà prodotte da quella riforma, piaciuta assai poco pure dalle parti politiche del suo autore, Salvini ha annunciato: quello sulle Province “è uno di quei ragionamenti che bisognerà avere il coraggio di fare".

Alla Lega non manca né il coraggio, tantomeno mancano gli argomenti essendo la forza politica che da sempre propugna il ritorno al modello di ente che funzionava prima della riforma dell’ex ministro del Pd.

C’è, però lo scoglio grillino. I Cinquestelle da sempre sono per la totale abolizione, preservando solo le città metropolitane. Per supportare la loro tesi non partecipano alle elezioni (di secondo grado, ovvero con il voto dei consiglieri comunali), anche se pure in questo caso c’è stato chi ha violato il dikat di Luigi Di Maio.

Se sarà possibile superare quello scoglio, come si augura il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, facendo cambiare opinione sulle Province ai Cinquestelle e quanto tempo ci vorrà, pare impossibile dirlo. Di certo la sortita di Salvini non è casuale.

Onorevole Molinari, state accelerando per tornare alle vecchie Province?
“Per noi la riforma delle Province e il superamento della Delrio è sempre stata e resta tutt’oggi una priorità”.

Incontestabile, visto che il suo partito aveva presentato una proposta di legge in tal senso in Senato ancora prima della formazione del Governo e poi, lei alla Camera ha fatto lo stesso all’inizio dell’estate. Però sono ferme.
“La proposta è depositata, ma non incardinata non essendo concordata con il M5s e non stando il tema nel contratto di Governo”.

Non è nel contratto, ma Salvini ha detto che bisognerà affrontarlo questo tema, magari più prima che poi.
“Noi continuiamo a ritenere che sia un’esigenza imprescindibile quella di riordinare le Province a farle ritornare ad essere elettive, ridare a questi enti competenze e risorse”.

Lei sa bene che quello che dice piace non solo agli amministratori e agli elettori del suo partito, ma anche ad altri. Insomma quando spuntò la legge Delrio proprio in Piemonte, l’allora presidente della Provincia di Torino e al vertice dell’Unione Province Italiane, Antonio Saitta, quasi eresse le barricate contro la riforma.
“Sì, però è del Pd chi l’ha fatta”.

Sì, però adesso voi avete l’alleato di governo contro su questo punto. E sembra irremovibile. Ieri a chi gli ha chiesto un commento sulle dichiarazioni di Salvini, Di Maio ha sorriso, senza dire nulla.
“I Cinquestelle hanno una visione diversa: nel loro programma elettorale volevano abolirle. Questo, ovviamente, è un problema”.

Che volete superare, magari pure in fretta, giusto?
“Certamente deve essere fatto in questa legislatura. Se il nostro obiettivo è quello di governare cinque anni è chiaro che non possiamo non porci il tema delle Provincie. Piaccia non piaccia esiste, i Cinquestelle devono capire che non si può fare finta che il problema non ci sia. Va affrontato”.

Molinari, lei pensa che se gliela spiegaste bene potrebbero accettarla la vostra idea sul ritorno alle Province per le quali votano i cittadini e si tornano ad affidare materie di competenza e risorse?
“Questo, sinceramente, non lo so. È chiaro, però, che noi non siamo d’accordo con loro quando dicono vogliono abolire le Province, lasciando solo le città metropolitane. La nostra idea è diversa”.

Però serve una soluzione. Su di voi ci sono molte attese da chi, come i sindaci, denunciano da tempo i disagi anche pesanti dell’attuale quadro normativo.
“Vero. In un modo o nell’altro bisogna trovare un punto di incontro. Oggi le Province sono asfissiate non hanno risorse, anche se su questo punto già dovremmo aver risolto in problema perché non abbiamo convalidato i tagli della Delrio, quindi dall’anno prossimo a bilancio gli enti dovrebbero tornare ad avere gli stessi finanziamenti di prima. In più nella legge di bilancio abbiamo messo 300 milioni di euro proprio per gli investimenti. In questa finanziaria diamo ossigeno per farle sopravvivere. Detto questo bisogna comunque risolvere il problema in maniera strutturale e non emergenziale. E poi è sempre più chiaro come tra Regioni e Comuni serva un ente intermedio, tanto più indispensabile in territori come quello piemontese dove c’è un grandissimo numero Comuni, in gran parte piccoli”.

Dunque proverete a convincerli, i Cinquestelle?
“Assolutamente sì. Per adesso non si è affrontata la questione perché comprendiamo come le posizioni siano diverse. Il fatto che Salvini abbia messo la questione sul tavolo mi fa pensare che ci sia la volontà di farlo questo tentativo”.

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