GIUSTIZIA

Piazza San Carlo, banda dello spray negli atti del processo Appendino

Il giudice che dovrà valutare le posizioni della sindaca e degli altri indagati terrà conto anche delle risultanze delle indagini sul gruppo che avrebbe provocato il caos. Primo passo verso la riunificazione dei due filoni d'inchiesta

A creare il panico in piazza San Carlo, durante la proiezione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, in quella tragica notte del 3 giugno dello scorso anno, fu la banda dello spray. Di questo fatto bisognerà tenerne conto anche nel processo che vede sotto accusa la sindaca Chiara Appendino e altre 14 persone indagate di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni per le carenze nell'organizzazione di quella serata. Stamattina, durante la seconda udienza preliminare, il procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo ha messo agli atti la documentazione relativa all’altro filone d’indagine che ha portato all’arresto dei componenti della "banda dello spray", un gruppo di ragazzi di origini marocchine dediti a piccoli furti e rapine, come delle quali commesse anche in piazza San Carlo, dove alcuni di loro - ipotizzano polizia e procura - scatenarono il panico. Furono loro - secondo la Procura di Torino - a creare il caos e determinare il fuggi fuggi che portò al ferimento di oltre 1500 persone, fra cui la 38enne Erika Pioletti, morta giorni dopo in ospedale, e le lesioni permanente di Marisa Amato.

Il deposito degli atti di questa indagine sembra essere il primo passo per l'unione dei due filoni d'inchiesta sui fatti di piazza San Carlo, ma per arrivarci ci vorrà ancora del tempo. L'indagine sulla banda di "Budino", al secolo Souhaib Bouimadaghen, è stata conclusa il 25 ottobre scorso e da allora molti degli indagati hanno chiesto di essere interrogati, come è concesso loro dalla procedura penale. Al termine di questa fase i sostituti procuratori Paolo Scafi e Roberto Sparagna chiederanno il rinvio a giudizio e, soltanto dopo, potrà essere presentata un'istanza per unire questa parte a quella amministrativa, probabilmente stralciando tutte quelle rapine che non riguardano piazza San Carlo e potranno confluire in un processo specifico. Nel caso di riunificazione delle due indagini in un unico maxiprocesso, colpe, responsabilità e risarcimenti potrebbero essere ridistribuiti. E si potrebbe vedere anche il Comune di Torino parte civile, però soltanto nei confronti dei giovani rapinatori.

Il 20 dicembre prossimo riprenderà l'udienza del filone "amministrativo" nell'aula bunker delle Vallette davanti al gup Maria Francesca Abenavoli. Oltre alla sindaca (assistita dagli avvocati Luigi Chiappero ed Enrico Cairo), nell’elenco degli indagati figurano l’ex capo di gabinetto di Palazzo Civico Paolo Giordana (difeso da Maria Turco); l’addetta alle manifestazioni e agli eventi del Comune Chiara Bobbio (per lei ci sono gli avvocati Giampaolo e Valentina Zancan); il dirigente del Comune con delega al suolo pubblico Paolo Lubbia (assistito da Lorenzo Imperato); il presidente e il dirigente di Turismo Torino, Maurizio Montagnese (avvocato Fulvio Gianaria) e Danilo Bessone (difeso da Anna Ronfani); l’architetto che allestì la piazza, Enrico Bertoletti (avvocato Paolo Pacciani); il presidente della Commissione provinciale di vigilanza, Roberto Dosio (avvocati Paolo Davico Bonino e Marco Ferrero); due componenti dello stesso organo di controllo, Franco Negroni (assistito da Roberto Capra) ePasquale Piro (avvocato Roberto De Sensi); il funzionario dei vigili del fuoco Dario Longhin (difeso da Roberto Longhin); il vice comandante della polizia municipale Marco Sgarbi (avvocato Giacomo Gribaudi); l’ex questore Angelo Sanna (difeso da Simona Grabbi); il suo ex capo di gabinetto, Michele Mollo (avvocato Elena Negri); il responsabile del servizio d’ordine della Questura, Alberto Bonzano (difeso da Mauro Ronco).

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