CAMBIO DI STAGIONE

Chiamparino non tira più, lascia il direttore generale

Dopo la portavoce il governatore perde, a pochi mesi dalle elezioni, pure Petrelli, dirigente reclutato dal Comune di Milano. "Problemi famigliari", è la versione ufficiale. In realtà non vuole rimane a piedi in caso di (probabile) sconfitta del centrosinistra

Michele Petrelli, direttore-segretario generale della Regione Piemonte, dal primo gennaio del prossimo anno tornerà nella sua Milano e abbandonerà l’incarico che Sergio Chiamparino gli aveva conferito nell’aprile del 2016. È stato lui stesso a darne comunicazione alla giunta durante l’odierna seduta. Classe 1972, Petrelli si era trasferito a Torino per ricoprire una funzione di coordinamento tra le alte sfere della burocrazia regionale. Un arrivo salutato con poco entusiasmo dai colleghi, in particolare dai dirigenti di carriera, che temevano un proprio ridimensionamento. In verità, Petrelli ha preferito svolgere l’incarico in modo discreto, evitando di invadere il campo altrui (in particolare nella Sanità, durante il regno di Fulvio Moirano) rifuggendo la ribalta. A lui è stata sbolognata una delle patate bollenti dell’amministrazione, quella relativa al Salone del Libro: designato al vertice della Fondazione con il compito di liquidarla, mentre tra mille incognite la fiera subalpina passa nelle mani del Circolo dei lettori.

Ufficialmente lascia “per motivi personali”, dettati alla necessità di avvicinarsi alla sua famiglia, che vive nel capoluogo lombardo. Ma è evidente che a pesare su questa decisione siano in particolare le incertezze legate al futuro di Chiamparino, in vista delle prossime elezioni regionali, ma soprattutto di un territorio in declino in confronto alla vivacità economica che sta vivendo Milano. A Palazzo Marino, Petrelli aveva scalato le gerarchie dirigenziali fino a ricoprire il ruolo di direttore Centrale Pianificazione, Bilancio e Controlli del Comune ed è evidente che per un manager pubblico ancora giovane le prospettive di carriera che stanno per aprirsi a Milano sono decisamente più allettanti di quelle torinesi. Così dopo l’addio della portavoce Alessandra Perera, Chiamparino perde un altro dei suoi più stretti collaboratori, segno di un vento che ormai sta cambiando, almeno nella percezione di chi gli è stato accanto in questi anni. Gli rimane lo staffiere storico, Carlo Bongiovanni, ed è una consolazione non da poco.

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