FIANCO DESTR

Il fratello Rosso della Meloni

L'ex sottosegretario berlusconiano aderisce a Fratelli d'Italia e punta alle Regionali: vorrebbe tornare a sedersi sulla poltrona di vicepresidente. Anticipa Fitto e porta in dote il gruppo al Comune di Torino. Una presenza che però scombina i piani dei maggiorenti

Da figliol prodigo di Silvio a fratello di Giorgia, passando per una convivenza nell’ossimorica formazione conservator-riformista e poi sovranista di Raffaele Fitto. L’ultima transumanza di Roberto Rosso verso Fratelli d’Italia era annunciata da tempo, anche se ammorbidita dall’ipotesi di una confluenza in chiave federativa del movimento che fa capo all’ex governatore pugliese e di cui il già sottosegretario dei governi Berlusconi e più volte parlamentare è da tempo il riferimento in Piemonte. Invece il politico vercellese – consigliere comunale a Torino e vicesindaco nella sua Trino – ha bruciato passaggi, tempi e pure lo stesso Fitto, nell’annunciare il nuovo approdo.

“Insieme a Raffaele Fitto e tanti altri amici liberal conservatori abbiamo deciso di aderire a Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni che una settimana fa è entrata formalmente nel gruppo dei Conservatori Europei di cui noi facevamo già parte” spiega Rosso, annunciando che “saremo con convinzione dalla parte del popolo piemontese per gli investimenti e lo sviluppo contro i folli che voglio chiudere i cantieri, per la sicurezza contro l’immigrazione irresponsabile; per il lavoro contro coloro che vogliono pagare i fannulloni con il reddito di cittadinanza”.

Mentre in una nota Meloni e Fitto fanno sapere che, dopo l’incontro di un mese fa a Bruxelles, si ritroveranno domani pomeriggio all’auditorium Loyola di Roma per stipulare un patto federativo in vista delle prossime elezioni europee, Rosso si spinge (e, soprattutto, spinge l’ex ministro pugliese) in avanti suggellando la nuova fratellanza. Corto circuito comunicativo o chissà cos’altro lo si vedrà. Nel frattempo il lungo curriculum del politico piemontese va aggiornato, aggiungendo l’ulteriore cambio di casacca.

Precoce esordio politico nella Dc di cui arriverà ad essere vicesegretario regionale, fugace fascinazione per Mariotto Segni e il suo Patto, poi il grande amore per il Cav, la rapida scalata azzurra che lo porterà a fare il coordinatore regionale ai tempi di Enzo Ghigo governatore e più volte il deputato. Sfidò, perdendo, Sergio Chiamparino per fare il sindaco di Torino e quando Gianfranco Fini sfidò Silvio con il famoso che fai, mi cacci?, Rosso seguì il leader di Alleanza Nazionale in Futuro e Libertà. Fu cosa breve. Il figliol prodigo tornò alla casa del Padre contro il quale aveva pure votato la sfiducia in Parlamento. Poi ad andarsene fu Fitto e il politico vercellese lo seguì ben presto. Nel 2016 ci riprova alle comunali e si ritrova consigliere e unico eletto di un rassemblement di listarelle che adesso porta sotto le insegne dei Fratelli d’Italia, formalizzando la nascita del gruppo della fiamma tricolore in Sala rossa..

Correrà per le regionali, questo è certo: il suo piano è tornare a sedersi in giunta, magari sulla poltrona di vicepresidente, occupata per qualche mese all’esordio dell’amministrazione Cota. Come certo è lo scorno nella nuova famiglia, con Maurizio Marrone anch’egli candidato non propriamente entusiasta del concorrente e la deputata Augusta Montaruli pure lei un po’ allarmata dall’ingombrante e prorompente presenza.

Rimescolamento di carte: il neo coordinatore di FdI Fabrizio Comba – mediatore azzurro e talvolta paciere quando Rosso dirigeva il partito e Ghigo governava la Regione – pare rinuncerà alla tornata amministrativa puntando alle prossime politiche, mentre un altro pezzo da novanta di provenienza missina, Agostino Ghiglia, avrebbe concordato un posto da assessore esterno in caso (assai probabile) di vittoria del centrodestra.

Nel listino, una casella i meloniani l’avrebbero prenotata per il vicesindaco di Asti Marcello Coppo, premiandolo per il risultato ottenuto in casa e puntando su di lui per evitare di lasciare senza rappresentanza quella parte di territorio. Altro arrivo è quello del sindaco di Pianezza, Antonio Castello, anche lui in lizza per un posto a Palazzo Lascaris. Qualche difficoltà in più, invece, per Fabrizio Bertot, anche lui recentemente rientrato nei lidi della destra dopo la parentesi tra i berlusconiani: con l’ingresso di Stefano Maullu la riconquista dello scranno a Bruxelles pare complicarsi non poco.

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