GRANDI OPERE

Tav, il Governo non rassicura e i cantieri restano fermi

L'esecutivo promette "imparzialità" e "tempi rapidi" sulla decisione, ma non tranquillizza la delegazione del Sì: "L'opera non va fermata, pubblicare al più presto i bandi". A fine mese l'esito dell'analisi costi-benefici. Conte andrà in Val Susa - DOCUMENTO

“Saremo imparziali e non ideologici”. È questa l’unica garanzia offerta dal Governo alla delegazione dei tredici rappresentanti di 33 organizzazioni datoriali, sindacali e ordini professionali che questa mattina si è recata a Palazzo Chigi per consegnare il documento (LEGGI) con cui il mondo produttivo e le forze sociali chiedono di sbloccare la Torino-Lione. La riunione si è svolta 24 ore dopo l’annuncio del ministro Danilo Toninelli dell’accordo sottoscritto con la Francia per congelare i bandi d’appalto per un altro mese, in attesa dell’ormai celebre analisi costi-benefici che la commissione incaricata dal Mit sta predisponendo. L’accordo riservato tra i due Paesi per procrastinare l’emissione delle gare si basa su un presupposto, fortemente ribadito dal ministro francese Elisabeth Borne quando la stessa ha respinto la richiesta di un rinvio sine die formulata dal collega: entro le prime settimane del 2019 la procedura deve essere sbloccata per non perdere i fondi europei.

Il governo, dunque, procederà con i suoi approfondimenti, “rinunciando a 3 miliardi e mezzo di bandi” che potrebbero essere spesi “immediatamente” e che vengono “congelati” fino a “non si sa quando” denuncia il presidente di Confesercenti Giancarlo Banchieri, al termine dell’incontro.

Nessuno si aspettava che questa riunione fosse in qualche modo risolutiva, ma l’atteggiamento degli uomini di governo presenti alla riunione (tutti legati direttamente o indirettamente al Movimento 5 stelle) inducce alla massima prudenza. Oltre al premier Giuseppe Conte, c’era il vice Luigi Di Maio, ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, il titolare dei Trasporti e pure la torinese Laura Castelli, sottosegretaria al Ministero dell’Economia, ma soprattutto colei che sta gestendo ufficiosamente il dossier Tav, attraverso una sottorranea diplomazia.

La disponibilità del governo ad aprire un dialogo con il fronte del Sì parrebbe intravedersi nell’impegno assunto dal premier a visitare i cantieri in Val Susa per rendersi conto, come hanno ribadito i presenti, di quanto ormai i lavori siano avanti.

Duro il presidente dell’Unione Industriale di Torino Dario Gallina: “Il risultato dell’incontro di oggi è una totale dilazione di qualche mese della partenza dei bandi di gara e questa non è una cosa positiva: chiediamo che l'analisi costi benefici si concluda il prima possibile che vada avanti e che non vengano messi in discussione i fondi europei. Né la Lega ha il coraggio di dire No alla Tav, né il M5s ha il coraggio di dire Sì”. Anche l’Ance (Associazione Costruttori) lamenta l’assenza di tempi certi: “Non ne abbiamo avuti ma ci hanno assicurato tempi brevi. Siamo ottimisti” ha detto il presidente dell'Ance Piemonte Giuseppe Provvisiero.

Ma di parole i rappresentanti delle imprese non ne vogliono più sentire e ora chiedono fatti. “Non siamo disponibili a essere considerati merce di scambio sul piano politico elettorale. È chiaro che se si va oltre la fine dell’anno con la decisione sulla Tav, ogni eventuale decisione risentirebbe del clima elettorale. E noi chiediamo che non si giochi sulla nostra pelle” afferma Corrado Alberto, numero uno delle Piccole imprese di Torino dopo aver lasciato palazzo Chigi. Il timore è che il governo si ritrovi a prendere una decisione definitiva in piena campagna elettorale, sotto la pressione del suo elettorato “e questo non va bene” conclude Alberto.

“Non possiamo esprimere soddisfazione – dice la sindacalista Annamaria Olivetti (Fillea Cgil) -. Abbiamo ricevuto assicurazioni su una analisi costi benefici che Conte e Di Maio definiscono non ideologica e non politicizzata, che darà un risultato preliminare entro dicembre e poi sarà sottoposto all'attenzione dei francesi. Altro appuntamento che ci hanno dato è che una decisione sarà presa prima delle elezioni europee. Li aspettiamo al varco”.

“Nel corso dell'incontro abbiamo ricordato che è in atto un’analisi tecnica costi-benefici, puntuale e non ideologizzata, e che al termine di questa istruttoria si tireranno le fila”. Lo scrivono, in una nota congiunta Conte, Di Maio e Toninelli. Il governo ha comunque ribadito l’impegno ad agire “in tempi congrui ma celeri”.

Tra le aperture fornite da Conte c’è anche la disponibilità di consentire a un esperto indicato dal fronte del Sì (da controbilanciare con un tecnico No Tav) di partecipare ai lavori della commissione che sta stilando l’analisi costi-benefici, che sarà conclusa entro la fine dell’anno – è la promessa dell’esecutivo – e poi sottoposta anche alla Francia.

L’incontro sulla Tav di oggi “deve essere l’inizio di un cammino”, sottolineano in un documento le 33 sigle Sì Tav che hanno partecipato al tavolo, sottolineando che l’analisi costi/benefici “non costituisce un elemento dirimente per la realizzazione dell’opera, non può fermare i cantieri ed è un esercizio tecnico improprio”. Le associazioni chiedono comunque che l’analisi sia sottoposta all’esame dell’Osservatorio Torino-Lione “per l’eventuale condivisione” entro il 31 dicembre 2018. “Noi - si legge nel documento - continueremo quindi giudicando le risposte sul tema della Tav e delle infrastrutture; valutando più in generale le politiche economiche, delle infrastrutture e sociali che saranno messe in campo; chiedendo conto di ogni scelta effettuata e dei relativi ritardi; facendo sentire la voce di chi ogni giorno lavora e produce ricchezza per tutti”. Le 33 sigle sono rappresentanti di 326mila imprese, 1,3 milioni di lavoratori, con un fatturato pari a 130 miliardi di euro ed esportazioni pari a 48 miliardi.

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