ALTA VELOCITA'

Tav, appello di Appendino: "Decidete in fretta"

Alla vigilia della manifestazione del "No", la sindaca chiede al governo tempi brevi perché "anche l'indecisione ha i suoi costi". Consiglieri grillini in piazza compatti, gli assessori quasi tutti a casa. Il "madaMino" Giachino propone un incontro tre le due fazioni

Non solo Confindustria e le varie associazioni datoriali che hanno firmato l’appello per il Sì, anche Chiara Appendino chiede al governo di “fare in fretta” sulla Tav, perché anche “l’indecisione ha dei costi”. A 24 ore dalla manifestazione dei contrari alla Torino-Lione (il corteo partirà domani, alle 14 da piazza Statuto) la sindaca di Torino torna a parlare dell’alta velocità. Senza abiure, conferma la sua contrarietà al supertreno, ma allo stesso tempo auspica una decisione, in un senso o nell’altro, con cui superare l'attuale impasse. “Stiamo aspettando l’analisi costi-benefici che valuterà l’utilità dell’opera. È un’analisi anche degli eventuali costi giuridici legati a un possibile blocco e su quello ci saranno delle valutazioni politiche”. Lei domani non ci sarà in piazza, la città – ufficialmente No Tav dopo la mozione approvata a fine ottobre in Sala Rossa – sarà rappresentata dal suo vice Guido Montanari, oltreché da quasi tutti i consiglieri pentastellati. La Torino-Lione, infatti, pare aver compattato, almeno per il momento, il gruppo grillino, in cui i pochi non ideologicamente ostili (uno o due) sono stati silenziati, mentre ha allargato la faglia tra maggioranza e giunta: a parte Montanari e Unia, infatti, nessuno tra gli assessori è avverso alla Torino-Lione (pur guardandosi bene dall'affermarlo) e molto probabilmente l’esecutivo di Appendino diserterà in gran parte il corteo.

Intanto alla vigilia dell’adunata arriva anche l’appello a una sfilata “pacifica” da parte di Mino Giachino, il promotore, assieme alle sette madamin, della manifestazione del Sì del 10 novembre, ringalluzzito dopo l’incontro di ieri al Viminale con Matteo Salvini e il capogruppo leghista di Torino Fabrizio Ricca. La sua petizione Sì Tav ha raccolto 106mila sottoscrizioni e ora addirittura si fa promotore di una mediazione “Alcuni di voi domani parteciperanno al corteo No Tav, che mi auguro si svolga pacificamente e senza problemi per la Città, per la gente, per i negozi – scrive –. Ma possiamo andare avanti muro contro muro? Da vent'anni il Paese, e il Piemonte, crescono di meno anche per i no alle infrastrutture. Chi ne paga le conseguenze sono i senza lavoro, i giovani che devono andare all'estero a cercare lavoro, la Bassa Valle di Susa e Torino che sono in declino. Dopo la vostra manifestazione possiamo incontrarci?”. Giachino propone anche un luogo, il Vescovado o il Municipio di Susa, dove “tornare a vederci in serenità – conclude – per trovare un compromesso utile al Paese e al lavoro”.

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