DIRE & FARE

Imprese, un "pusa cafè" al Governo

"Positivo" e "proficuo" confronto tra le organizzazioni imprenditoriali e il vicepremier Salvini. Tav, infrastrutture e rilancio dell'economia i temi sul tavolo. Per Chiamparino è il solito gioco delle parti tra i due alleati

Prove di disgelo fra governo e mondo delle imprese. “Due ore positive con imprenditori e associazioni di categoria, incontro concreto, proficuo. Inizia un percorso comune che parte dal lavoro, stop burocrazia, sviluppo infrastrutture per rilancio dell'economia e del paese”. Matteo Salvini ha sintetizzato così l’incontro al Viminale con i rappresentati delle organizzazioni datoriali: aveva promesso caffè per tutti, il leader leghista, ma serve qualcosa di più, un pusa cafè che traduca la volontà e le buone intenzioni in misure concrete. Una sede inusuale, quella del ministero dell’Interno, visto il tema economico, che dimostra una gestione “separata” della questione.

“Il fatto che il governo cominci ad ascoltare le ragioni dello sviluppo e della crescita significa che c’è una consapevolezza sul rischio di possibile recessione dell’economia e sulla necessità di raddrizzare la rotta”, ha commentato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, dopo il confronto tra le 15 associazioni produttive che avevano protestato a Torino a sostegno della Tav e il vicepremier leghista, affiancato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. Al ministro sono state illustrate le “ragioni e le premure del mondo di chi produce sulla crescita che è nell’interesse del Paese”. Sono le istanze di un mondo che riunisce 3 milioni di imprese, che muovono il 65% del Pil e di circa 13 milioni di occupati. Sul tavolo, focus sul tema infrastrutture e grandi opere, a partire dalla Torino-Lione.

“Il governo penso ne sia consapevole e l’appello di Salvini ad una compattezza sul 2019 che sarà un anno determinante e non facile” è un fatto “positivo”, ha detto Boccia. Il presidente di Viale dell’Astronomia ha poi aggiunto: “Un elemento importante è che la trattativa con la Ue per evitare una procedura di infrazione sia ora nelle mani del premier, il che assume una legittimazione politica”.  Per il numero uno degli industriali “dunque c’è l’auspicio che non si entri in procedura” perché “potrebbe comportare effetti negativi come la chiusura dei fondi di coesione e un rientro forzato del debito”. Durante l’incontro “abbiamo espresso preoccupazione per il rallentamento dell’economia. Occorre contemperare crescita e proposta”. Lo ribadiranno martedì al ministro Luigi Di Maio “e speriamo che la manovra non abbia impatti negativi sulla crescita. Se dovessero esserci, poi il governo dovrebbe correggerla in corsa, meglio quindi evitare che questo accada”.

“Auspichiamo che nella prossima manovra venga posta una maggiore attenzione al tema degli investimenti, con politiche di strategia di lungo termine per un settore che dovrebbe essere posto tra le priorità delle scelte economiche del nostro Paese”, ha affermato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. Fa eco alla richiesta del mondo agricolo, quella del settore del commercio. “L’Italia ha bisogno di più crescita, più occupazione e, dunque, di più investimenti che vanno progressivamente riportati al livello pre-crisi del 3% del Pil. In particolare, servono investimenti infrastrutturali per sanare carenze che pesano sugli scambi commerciali e sul turismo e che fanno perdere al nostro Paese circa 34 miliardi di euro di Pil all’anno”, è la posizione espressa da Confcommercio per voce del vicario della Confederazione, Lino Stoppani.

Sono state 15 le associazioni che si sono sedute al tavolo con Salvini. Per Confindustria oltre al presidente Boccia, il direttore generale Marcella Panuccia e per i costruttori dell’Ance il presidente Gabriele Buia. Sul fronte industriale anche il presidente di Confapi, Maurizio Casasco e il presidente di Confimi industria, Paolo Agnelli. Tra le rappresentanze dei commercianti e delle imprese dei servizi erano presenti il vice presidente vicario di Confcommercio Stoppani e il presidente di Confesercenti Patrizia De Luise.  Per le cooperative il presidente di Lega Coop, Mauro Lusetti, il presidente dell’Agci, Brenno Begani, e il collega di Confcooperative Maurizio Gardini. Gli agricoltori e il settore agroalimentari sono stati rappresentati dal presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti e dal presidente di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia. Al completo anche la rappresentanza degli artigiani: il presidente di Cna Daniele Vaccarino, il presidente di Casartigiani Giacomo Basso e il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti.

Martedì un altro appuntamento con l’esecutivo per gli imprenditori: incontreranno l’alleato penstastellato del leghista Salvini, il vicepremier Di Maio, con cui si confronteranno al ministero dello Sviluppo economico per inaugurare l’annunciato tavolo sulle Pmi e per affrontare il dossier dell’auto ecologica

Non si attende novità di rilievo, invece, Sergio Chiamparino che vede nell’incontro l’ulteriore conferma dell’ambiguità del governo gialloverde, il solito gioco delle parti dettato da esclusivi interessi elettoralistici: «Lo scenario è purtroppo sempre più chiaro – scrive in una nota il governatore piemontese – da una parte Salvini che incontra le associazioni imprenditoriali e promette sostegno allo sviluppo e alle infrastrutture, lasciando intendere “sostenete noi e andremo avanti”. Dall’altra la componente 5 stelle del governo che non può dire si alla Tav e ad altre opere, perlomeno fino alle prossime scadenze elettorali, pena perdere il riferimento con le piazze No Tav e Sì tir». Per il presidente della Regione «in mezzo chi non accetta di essere preda degli interessi elettoralistici dei partiti di governo e chiede serietà e responsabilità. A loro noi intendiamo offrire un riferimento alternativo, un Piemonte del Sì!».

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