GRANDI OPERE

Tav, "conflitto d’interessi, sciogliere la commissione"

Il Pd all'attacco. Quattro componenti su sei dell'organismo chiamato a valutare i costi-benefici della Torino-Lione sono legati a una società privata fondata dal presidente Marco Ponti. Alla faccia della trasparenza e della garanzia di obiettività

“Le dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa dal professor Marco Ponti sulla commissione costi benefici delle grandi opere sono gravissime. Il professore anti Tav si vanta oggi di aver scelto ben cinque tecnici tra i soci e consulenti della sua impresa privata e tutto questo con il benestare del ministro Toninelli. Chiediamo l’intervento della Corte dei Conti e l’immediata rimozione dei componenti della commissione”. Lo afferma, in una nota, il deputato Pd Davide Gariglio, a proposito dell’intervista a Repubblica in cui Marco Ponti – docente al Politecnico di Milano di Economia applicata e coordinatore dell’ormai celebre commissione costi benefici che dovrà pronunciarsi sulla convenienza o meno della Tav – conferma di aver scelto quattro tecnici su sei della suddetta commissione direttamente legati alla Trt (Trasporti e territorio Srl) di cui Ponti stesso è fondatore.

Un conflitto d’interessi che sta già accendendo violente polemiche non solo politiche ma anche nel mondo imprenditoriale che si sente preso in giro, coinvolto in quella che appare come una partita truccata. Secondo il deputato del Pd Gariglio “sta venendo alla luce un evidente conflitto di interessi: il ministero ha consentito che un network privato potesse decidere il destino delle maggiori infrastrutture nazionali – sostiene l’esponente dem –. La Trt, che fa capo a Marco Ponti, ha assunto di fatto un ruolo delicatissimo, senza alcuna procedura concorsuale, alla faccia della tanto declamata trasparenza”. Altrettanto grave, aggiunge “è che, come per la Tav, sia stata nominata una commissione palesemente contraria all’alta velocità su Ferrovia ma favorevole al trasporto su gomma in autostrada, per avere la garanzia che il responso dei costi-benefici potesse dare esito negativo come desiderato dai Cinque Stelle”.

A questo punto il ministro Danilo Toninelli “venga in Aula a spiegare la vicenda e sciolga immediatamente la Commissione costi-benefici che oggi è soltanto un gruppo di soci in affari con amici e consulenti compiacenti”, conclude Gariglio, annunciando che nelle prossime ore presenterà un dossier sui rapporti fra la Commissione ministeriale e la Trasporti e territorio Srl.

A chiedere chiarezza sull'analisi costi-benefici è anche Mino Giachino, promotore della petizione sì Tav che su Change.org ha ottenuto oltre 106mila adesioni e tra gli organizzatori della manifestazione del 10 novembre a favore della nuova linea ferroviaria: “Il Parlamento e il Paese debbono sapere al più presto i criteri con cui viene effettuata l’analisi. A quel che si sa, i costi vengono conteggiati in misura sproporzionata” aggiunge l’ex sottosegretario ai Trasporti, secondo cui “manca del tutto l’analisi di quanto guadagnerà il nostro Paese dalla realizzazione dell’opera. Anche Giachino critica la scelta di affidare le decisioni sulle infrastrutture a “una Commissione di parte nominata da un ministro che nel suo programma dice di non volere la Tav. Se il ministro non vuole ricevere i rappresentanti dei 106mila firmatari della petizione Sì tav-Sì lavoro li vedrà in piazza a Torino e Milano”.

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