SCIPPO OLIMPICO

"Uno scambio indegno", bufera su Arcidiacono

Il governo gli sfila da sotto il naso 29 milioni e mentre gli svuota la cassa concede la proroga per altri due anni all'Agenzia Torino 2006. Duro attacco di Esposito (Pd): "Mi spiace si sia prestato a questo gioco". Operazione nella quale avrebbe avuto un ruolo pure la Appendino

Due anni a fare la guardia a una cassaforte vuota. È questo il destino di Mimmo Arcidiacono, commissario dell’Agenzia Torino 2006, prorogato nelle sue funzioni per altri 24 mesi dallo stesso governo che sta prelevando dai conti dell’ente che ha sovrinteso la realizzazione delle opere dei Giochi invernali di 29 milioni di euro: soldi che la legge 65 del 2012 vincolava a lavori di riqualificazione, riconversione e ammodernamento degli impianti e dei siti olimpici del capoluogo e delle sue montagne. Un emendamento alla manovra di Bilancio presentato in Senato dall’esecutivo, infatti, prevede di spostare tali risorse dalle disponibilità dell’Agenzia al Fondo per le spese indifferibili. È lo scippo di Natale perpetrato dal governo gialloverde al Piemonte.

Per il padre della norma che vincolava quei soldi al territorio subalpino, l’ex parlamentare Pd Stefano Esposito, si tratta di “un’operazione indegna”, “uno scambio sotto gli occhi di tutti”. “Mi spiace personalmente – prosegue Esposito – che uno come Arcidiacono, che pure tanto ha fatto per le Olimpiadi del 2006 e per la gestione del post-olimpico si sia prestato a questo giochetto”. Non si capisce infatti la ratio di una proroga per un ente che ha ormai cessato le proprie funzioni con la conclusione, peraltro favorevole, degli ultimi contenziosi. Non sfugge infatti che il primo, senza un apparente necessità, a segnalare a quanto ammontasse la disponibilità dell’Agenzia era stato proprio il commissario Arcidiacono nella lettera indirizzata al Governo con la quale sollecitava il rinnovo del proprio incarico.

Sembra tutto così poco casuale, quasi studiato a tavolino e il conforto arriva direttamente dai numeri. Finora sono stati approvati e finanziati progetti per 43 milioni che, secondo il cronoprogramma, saranno realizzati entro il 2020. Il piano delle opere prevede altri interventi per ulteriori 37,4 milioni che a questo punto sono salvi. Per raggiungere la cifra di 112 milioni, cioè l’ammontare complessivo delle disponibilità dell’Agenzia, mancano circa 31 milioni e mezzo. Di questi 29 se li pappa il Governo e altri due e mezzo serviranno per tenere in piedi altri due anni l’Agenzia, tra costi di funzionamento e stipendi. “Faccio i miei complimenti a Chiara Appendino – conclude sarcastico Esposito – che anziché tutelare gli interessi del suo territorio, in qualità di sindaca di Torino e della Città Metropolitana, assiste senza batter ciglio a uno scambio inverecondo sotto gli occhi di tutti”. In verità, secondo alcune indiscrezioni, la sindaca non solo sarebbe stata a conoscenza dell'operazione ma avrebbe avallato lo scambio studiato nelle stanze del Mef volto a recuperare le risorse necessarie per chiudere il contenzioso su Imu-Ici.