TRAVAGLI DEMOCRATICI

Pd nella morsa cattocomunista

Si profila un'alleanza tra sinistra ed ex popolari per portare Furia alla segreteria regionale. Registi dell'operazione Lepri e, soprattutto, Morgando. Marino nell'angolo, renziani rischiano di finire all'opposizione. Scontro sulla data dell'assemblea

Due giorni prima di Natale il Pd piemontese potrebbe avere il suo nuovo segretario. Che, se il blitz riuscisse, non sarebbe Mauro Maria Marino. Un accordo tra le componenti che fanno riferimento al candidato della sinistra Paolo Furia, arrivato secondo alle primarie, e la cattodem Monica Canalis è pronto a tagliare fuori il senatore che, pur solo con il 41%, si è posizionato davanti agli altri due alla conta di domenica scorsa.

La procedura, nel caso nessuno ottenga la maggioranza assoluta nel voto aperto, prevede che vi sia il ballottaggio tra il primo e il secondo e sarà questo il momento in cui, stando a quel che risulta in queste ore, si uniranno i 146 eletti in assemblea nelle liste di Furia agli 89 della Canalis. Se questo sarà l’esito, a subentrare dopo quasi un anno di vacatio al dimissionario Davide Gariglio sarà il giovane ricercatore biellese, la vera sorpresa uscita dai gazebo.

Il primo passaggio di un'operazione che ha in Stefano Lepri, main sponsor di Canalis, e Paola Bragantini, sostenitrice di Furia, i due king maker potrebbe avvenire domani, quando si riunirà la commissione per il congresso presieduta da Anna Cuntrò, l'organismo cui spetta l'onere di convocare l'assemblea. Per riuscire a portare a casa il risultato, Furia e Canalis sanno di dover battere gli avversari sul tempo e per questo chiederanno che il plenum dei delegati si riunisca prima di Natale, nel week end del 22 e 23 dicembre. I componenti dell'area Marino, di cui fa parte la stessa Cuntrò, proveranno a tenere duro, procrastinando la conta a dopo le feste, in modo da allungare il brodo nella speranza che "prevalga il buon senso". Che il clima politico interno al Pd stia orientandosi verso l'alleanza anomala è testimoniato anche dalle pressioni provenienti da Palazzo Lascaris, con il presidente Nino Boeti e il capogruppo dem Mimmo Ravetti, entrambi sostenitori di Furia, che vogliono l'assemblea "entro Natale".

Mentre i volontari spedivano via sms gli ultimi responsi delle primarie già a molti era chiaro l'entente cordiale che stava per nascere tra Furia e Canalis, così diversi e sotto molti aspetti così uguali nel rappresentare, nei rispettivi schieramenti, la risposta alla richiesta di rinnovamento manifestata dal popolo dem. E come dimenticare che proprio nella fase drammatica di raccolta delle firme per le candidature, un aiutino alla Canalis è arrivato proprio dalla sinistra? Anche le più che evidenti differenze tra la consigliera comunale e il candidato della sinistra su temi etici – dal concetto di famiglia alle battaglie dei movimenti lgbt – sembrano poter essere superate con un saltello. Se poi si aggiunge che i rapporti tra Marino e il suo collega parlamentare Lepri sono l’esatto opposto di un idillio, la strada per mettere insieme, si direbbe, il diavolo e l’acqua santa è spianata. A renderla ancor più larga per la Canalis è uno dei padri nobili del Pd, l'ex segretario piemontese  Gianfranco Morgando. A lui si deve il consiglio di puntare sulla giovane consigliera, ma anche la notevole messe di voti da lei raccolti pur essendosi candidata all’ultimo minuto, dopo il passo indietro di Luigi Bobba.

Un epilogo, quello che si annuncia per i prossimi giorni, non certo edificante per il sistema delle primarie con tutti i suoi limiti e i suoi anacronismi. L’assai probabile ticket che potrebbe escludere una soluzione unitaria rimanda anche a quella che per molti è stata un’occasione persa: l’individuazione di una figura su cui convergere tutti evitando le primarie e le facilmente immaginabili successive lacerazioni.

Chi, per primo aveva caldeggiato quella soluzione, oggi tenta l’impossibile: Sergio Chiamparino starebbe provando a rimettere insieme i cocci, esplorando la possibilità di una segreteria ecumenica, con tutti dentro, almeno fino al giorno dopo le regionali. Anche a Roma i contatti sono continui, soprattutto tra chi, diviso in Piemonte, si ritroverà alla primarie nazionali unito sotto le insegne di Maurizio Martina. Come può Lepri appoggiare la sinistra di Nicola Zingaretti a Torino e poi accreditarsi come uomo di Martina nella Capitale? Continuano a chiedersi deputati e senatori renziani vicini a Marino e terrorizzati dall'idea di finire all'opposizione.