CAPITALISMO MUNICIPALE

Iren, clausola capestro per Torino

Il nuovo patto parasociale della multiutility assegna al primo socio l'ultima parola sulla governance. E così dopo la cessione delle quote da parte di Palazzo civico il boccino è in mano a Genova. In ballo dividendi, investimenti e sponsorizzazioni

Una clausola inserita nel nuovo patto parasociale di Iren, che dovrà essere approvato da un’assemblea straordinaria a fine febbraio, agita le acque tra i grandi soci della multiutility, in cui Genova da dicembre è nettamente il primo socio con quasi il 19% davanti a Torino (13,8%) e a tutti i soci emiliani (poco sopra il 15%). La postilla, si legge nella bozza del patto consultata da Radiocor, prevede che, in caso di mancata unanimità tra i sindaci di Genova, Torino e Reggio Emilia per la nomina delle tre cariche di vertice (presidente, vice presidente e ad), il sindaco con la partecipazione più elevata al 31 dicembre precedente “avrà facoltà di designare una delle cariche”. In sostanza, diversamente da quanto previsto dal patto in scadenza, il primo socio della multitutility (ad oggi Genova) potrà forzare la mano in caso di mancata unanimità scegliendo un top manager da nominare: in primavera, va ricordato, andrà rinnovato l’intero board di Iren. Nelle ultime settimane il libro soci del gruppo è cambiato mettendo così a rischio equilibri consolidati da anni tra i grandi soci. Torino e Genova, che condividevano il controllo di Iren con la holding paritetica Fsu, si sono prima separate e soprattutto hanno adottato strategie opposte: il capoluogo piemontese ha venduto il 2,5% scendendo al 13,8% del capitale mentre Genova è salita al 18,85%. Anche per questo, il dibattito sul nuovo patto si annuncia acceso: il consiglio comunale del capoluogo ligure lo ha già approvato poco prima di Natale mentre a Torinoe Reggio Emilia verrà discusso entro gennaio. Una scelta quella adottata dalla giunta di Chiara Appendino che oltre a ridurre la mole dei dividenti, rischia seriamente di compromettere investimenti e sponsorizzazioni per Torino, a vantaggio della città della Lanterna dove il sindaco Marco Bucci mostra invece di puntare in maniera strategica sulla multiutility.