12 GENNAIO

Lega in piazza per la Tav, "ma non contro il governo"

Il Carroccio annuncia l'adesione alla manifestazione "apolitica" di sabato pur ribadendo fedeltà all'alleanza con i Cinquestelle. Parteciperà Molinari: "Noi da sempre a favore". E se la prende con Chiamparino. A Torino anche il governatore ligure Toti

La Lega sabato sarà in piazza alla mobilitazione “apolitica” a favore della Tav. La conferma arriva da Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera e segretario della Lega in Piemonte. Una formula, un tantino subdola e ipocrita, che consente di salvare capra e cavoli: restare in sintonia con i sentimenti della base produttiva e nello stesso tempo evitare di abiurare all'alleanza di governo con i Cinquestelle. Almeno nelle intenzioni del Carroccio. “Siamo pronti a sostenere con forza le ragioni dei Sì Tav – dice – anche sabato in piazza Castello a Torino, a fronte della dichiarata scelta di apoliticità del comitato promotore della manifestazione. Ma guardiamo anche oltre - continua Molinari - con concretezza e senza accettare lezioni e strumentalizzazioni pre-elettorali da parte di chi in questi anni il Piemonte lo ha invece fortemente paralizzato e indebolito su diversi fronti: dalla logistica allo sviluppo delle infrastrutture, dalla sanità ai trasporti”. Non sfugge, però, che il flash mob, organizzato dal comitato “Sì Torino va avanti” (insieme a “Sì Tav Sì Lavoro” e Osservatorio 21) sebbene nelle dichiarazioni non sia contro il governo abbia l'esecutivo come principale interlocutore. Non a caso l'appuntamento è sotto la Prefettura, in piazza Castello. E non potrebbe essere altrimenti giacché è il governo - di cui la Lega è parte attiva - che dalla scorsa estate tiene congelata l'opera. Il flash mob di sabato, o “mobilitazione lampo” come l’hanno definita gli organizzatori, è “a favore della Torino-Lione perché è solo questo che ci interessa, per il Piemonte, per la Pianura Padana e per l’Italia intera”, ha sostenuto Mino Giachino che ha inviato anche una lettera al premier Giuseppe Conte affinché il governo non prenda una decisione “sbagliata” e ascolti le richieste dei cittadini.

“Nell’autunno del 2017 la Lega ha presentato in Consiglio regionale una proposta di legge, come ricordato oggi dallo stesso Mino Giachino, per istituire e disciplinare lo strumento del referendum consultivo. Nulla di concreto - prosegue l’esponente della Lega - è stato fatto da allora dall’attuale maggioranza di centrosinistra: non per mancanza di tempo, ovviamente, ma di volontà politica. Chiamparino dia dunque un segnale forte di serietà, mettendo rapidamente mano a quella proposta di legge targata Lega”. “Se prima il centrosinistra aveva la scusa di non approvarla per evitare il referendum sull’autonomia, - conclude - oggi la stessa legge tornerebbe utile per un eventuale referendum sulla Tav”.

Sul tema referendum interviene anche il presidente di Palazzo Lascaris Nino Boeti che sostiene come non sia necessaria alcuna nuova legge per indire un referendum in Piemonte. In verità. si tratta di una consultazione diversa, seppur “identica nella sostanza”, di partecipazione civica dalle procedure più snelle rispetto all’istituto referendario tradizionale. Secondo il numero uno del Consiglio regionale, infatti, è possibile chiamare i cittadini piemontesi a pronunciarsi sulla Tav seguendo l’articolo 86 dello Statuto della Regione che prevede la consultazione popolare su provvedimenti che interessano particolari categorie o settori della popolazione. “E la realizzazione della nuova linea Torino-Lione interessa molteplici categorie di piemontesi, dai lavoratori alle imprese. Pertanto, se c’è la volontà di procedere in questa direzione, il Consiglio regionale può attivare rapidamente le procedure necessarie per indire la consultazione. E altre Regioni potranno valutare se aderirvi in base a quanto previsto dalle rispettive normative statutarie”