DIRITTI & ROVESCI

Guerra di numeri sull'azzardo

La Regione Piemonte canta vittoria per una riduzione delle giocate tra il 2016 e il 2018 (-500 milioni), ma gli operatori del settore contestano quei dati: "Sono libere elaborazioni e proiezioni" e chiedono a Chiamparino un incontro pubblico. La legge resta controversa, gli effetti pure

La Regione Piemonte rivendica il taumaturgico effetto della legge contro la ludopatia, ma gli operatori del gioco smentiscono i dati diffusi da piazza Castello. È una guerra di numeri che fa seguito al lungo braccio di ferro che si è svolto prima, durante e dopo l'approvazione del provvedimento a Palazzo Lascaris, che ha introdotto tra le altre cose il distanziometro, la misura che istituisce una distanza minima di 500 metri tra i locali del gioco e luoghi sensibili come scuole, chiese, oratori e ospedali. Secondo la Regione, nel 2018 in Piemonte si registra un calo pari a 503 milioni delle giocate rispetto al 2016. Le puntate dei piemontesi sarebbero state nell’anno appena passato inferiori di mezzo miliardo secondo i dati forniti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ed elaborati dal Dipartimento Patologia delle dipendenze dell’Asl To3 e dal gruppo di lavoro coordinato da Paolo Jarre.

Le giocate, sempre secondo la Regione, sono passate da 69.610 milioni a 70.156 milioni (+0,8%). Se il dato nazionale nel suo complesso resta stabile intorno ai 74.780 milioni, il merito può essere dunque attribuito al contenimento dell’offerta ottenuto grazie alla legge regionale del Piemonte. La forte crescita del gioco online presente in tutta Italia è minore in Piemonte (+75%, da 1113 a 1948 milioni giocati, rispetto +82,4% del resto del Paese”. Le slot-machine sono passate dalle 22.014 del 31 dicembre 2017 alle 12.468 del 30 settembre 2018. “Questi dati - rimarca Sergio Chiamparino - sono l’ulteriore conferma degli effetti positivi della legge regionale sul contrasto al gioco d’azzardo: una significativa riduzione complessiva dei volumi di gioco e di conseguenza anche delle perdite da parte dei giocatori”.

Tutto bene? Non proprio. “I dati sul calo della raccolta in Piemonte diffusi dalla Regione si riferiscono al 2016 e al 2017, ovvero anni in cui non era ancora in vigore la norma sul distanziometro”. La verità è che “i dati relativi al 2018 non sono stati diffusi dalla Agenzia delle dogane e monopoli” afferma Luciano Rossi, dell’associazione As.Tro, che rappresenta gli operatori del settore del gioco lecito. “Gli unici dati ufficiali disponibili dell’anno 2018 sono quelli relativi al primo quadrimestre in cui si registra una modesta flessione del volume complessivo di giocate (pari al -3,8%) e uno spostamento della raccolta verso altre tipologie di gioco che vedono aumentare le proprie performance (ad esempio Gratta e Vinci +11,8%, VLT +8,94%, Bingo di sala +1,69%, Lotto e 10 lotto +10,5%)” continua Rossi.

“Dopo un picco nella raccolta, si registra effettivamente un calo nel 2016 e nel 2017 che era già stato evidenziato da As.tro in audizione con i Consiglieri regionali a riprova del fatto che non esisteva nessuna emergenza che potesse giustificare l’entrata in vigore del distanziometro. È un peccato che la Regione si ostini nel basarsi su numeri che sono il frutto di interpretazioni personali. Noi non possiamo che basarci solo sui dati ufficiali forniti da Adm. Speriamo almeno che la Regione avalli la nostra richiesta di incontro per darci la possibilità di confrontarci su numeri reali” conclude Rossi che sul tema lancia un appello a Chiamparino a un "confronto pubblico sull'argomento".

Quand'anche si volessero prendere per buone le proiezioni sull'anno appena passato della Regione, Rossi sottolinea come “questi dati rappresenterebbero un calo inferiore al 10 per cento tra il 2018 e il 2016, che peraltro per il gioco è stato un anno record”. Non solo, “questo studio non tiene conto di chi si è affidato al gioco illegale o di quelli che, abitando in zone di confine, sono migrati in altre regioni per giocare”. Discorso a parte meriterebbero le giocate al Casinò di cui lo studio non tiene conto. Insomma, non proprio un trionfo secondo chi ha visto il proprio giro d’affari ridursi notevolmente: le slot machine legali rispetto al 2017 sono quasi dimezzate e questo da un punto di vista economico è certamente un danno per il gioco legale i cui benefici sul piano sanitario sono ancora di là dall’essere dimostrati.

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