SALONE DEL LIBRO (CONTABILE)

Gl voleva di più (pagando meno)

Proprio nel periodo di crisi col Salone del libro, dalla Francia il dg esprimeva al capo del Lingotto la volontà di aumentare gli affitti. Faure racconta i contatti con Fassino per il Forum internazionale dello sviluppo locale e per le imposte d'affisione - PRIMA PUNTATA

Gl Events voleva aumentare gli affitti del Lingotto, quelli che maggiormente gravavano sulle casse della Fondazione per il libro. Lo diceva Jean Eudes Rabut, il direttore generale della francese Gl Events, all’allora direttore generale di Gl Events Italia Regis Faure il 14 settembre di quell’anno. Sono i giorni in cui rimontano le perplessità sulle finanze del Salone. In quella conversazione intercettata dagli investigatori, il capo dell’azienda francese dice di voler “negoziare l’affitto a un milione” (più bassa di quella effettivamente stipulata), ma Gl voleva più eventi da organizzare, voleva alzare le locazioni e risolvere alcune grane con l’Ufficio tributi della Città e con l’Agenzia delle Entrate. Emerge da alcuni atti dell’inchiesta della procura di Torino sul Salone del libro nella quale l’ex dg del Lingotto è indagato - insieme a Piero Fassino, Rolando Picchioni e altri - di due episodi di turbativa d’asta: il primo per l’affidamento diretto dell’edizione 2015 al Lingotto, il secondo per l’organizzazione dell’edizione 2016 con la stipula di un contratto triennale d’affitto a 1,16 milioni di euro.

Faure, in quella conversazione, spiega a Rabut (che non è stato indagato) di aver incontrato Fassino: “Ho visto il sindaco venerdì sera alla conferenza stampa di Artissima a proposito del Forum Mondiale dello Sviluppo Economico che avrà luogo a ottobre per il quale abbiamo presentato un ricorso giuridico che non finisce più”, dice ricordando il procedimento al Tar contro l’assegnazione dell’organizzazione dell’evento a Parcolimpico. “Dunque il sindaco mi ha detto: ‘Ah, io ho un piano B per il Forum’. Allora gli ho chiesto qual era il suo piano B e mi ha detto: ‘Ah beh forse lo organizzeremo, lo accoglieremo in un palazzo di proprietà della Regione’”. Faure parte al contrattacco: “Allora gli ho chiesto: ‘Ma perché non lo fa da noi’. Mi ha detto: ‘Mah, per il momento è complicato perché per il momento è sempre Parco Olimpico il concorrente che è aggiudicatario anche se non è ancora ufficiale della gara d'appalto e penso che temono che se ce lo danno l’altro faccia ricorso”. Sulla vicenda dell’organizzazione del Forum internazionale dello sviluppo locale la procura di Torino ha in corso un’inchiesta che si intreccia con quella del Salone del libro.

Faure e Rabut continuano la conversazione. Il direttore generale di Gl Events vorrebbe ottenere di più: “Vorrei che lei riflettesse su una cosa vorrei eventualmente. Ciò che ci interessa è di poter aumentare il livello di affitto”. Secondo lui i canoni “sono molto bassi storicamente perché non li abbiamo aumentati dunque ero pronto io a dire al sindaco ‘Domani sono d’accordo, aumentiamo gli affitti, lei aumenta la sovvenzione per pagare l’affitto e parallelamente mi fattura qualcosa e io le pago la differenza, dunque non costa nulla alla città”. In questo modo contava anche “di fare aumentare il fatturato del Lingotto e permette altresì di avere un prezzo di riferimento”. Faure si dice d’accordo con quella strategia.

Oltre a queste intenzioni dell’azienda francese, la sua controllata italiana, Gl Events Italia, aveva alcune grane economiche da sistemare, come un contezioso con l’Agenzia delle Entrate sul pagamento delle imposte per il Lingotto e alcuni problemi con le tasse d’affissioni del Comune. Faure, in una conversazione con il direttore marketing della società Roberto Fantino, riferisce di averne parlato a Fassino. Anche perché una dipendente di Gl Events Italia era stata convocata all’Ufficio dei Tributi per le Affissioni. È lei che il 29 settembre 2015 telefona a Faure: “Volevo sapere da te quali parole spendermi rispetto alla chiacchierata che vi siete fatti con il sindaco”, gli chiede. Il dg del Lingotto riferisce: “Abbiamo discusso effettivamente di questa tassa di pubblicità o di affissione e lui si è detto disponibile a - come dire - rivedere”. È ottimista perché Fassino “si è detto disponibile ovviamente nel rispetto della legge” e ciò per lui è positivo perché “apertura c’era. non ha detto no”. Di fronte a Fassino il francese avrebbe insistito: “Noi facciamo degli eventi che hanno delle ricadute sul territorio, cioè dovete aiutarci”. Anche perché la società è in difficoltà, c’è il fisco che reclama alcune imposte arretrate: “C’è un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate per pagare l’Imu - dice Faure in un’altra telefonata -. Noi non mi ricordo più in quale classe siamo. ovviamente al momento noi spingiamo per essere riconosciuti in D, ad esempio, così non paghiamo l’Imu. Ovviamente l’Agenzia delle Entrate dicono: ‘No, non siete in D. Dovete pagare’”. Faure spiega anche che non è una questione da poco: “Parliamo di qualche milione, eh! Non diecimila euro” perché “ci sono anni e anni e poi parliamo di tutto il quartiere fieristico, non parliamo solo di questo pezzo”.

print_icon