FINANZA & POTERI

Profumo guiderà le fondazioni, Torino rischia di perdere la banca

Il grande vecchio della finanza bianca Guzzetti benedice l'ex ministro: sarà lui il suo successore all'Acri. Smentisce che la poltrona sia frutto di un baratto con la presidenza di Intesa, ma sotto la Mole cresce la preoccupazione per il dopo Gros-Pietro

“Profumo sarà presidente dell'Acri e non c’entra niente” con la presidenza di Intesa Sanpaolo. Parola del grande vecchio della finanza bianca, Giuseppe Guzzetti. Il numero uno della Fondazione Cariplo e presidente uscente dell’associazione che raggruppa le fondazioni di origine bancaria lo ha detto a margine della presentazione delle linee guida per il 2019 della Compagnia di San Paolo, al Teatro Regio di Torino, confermando con decisione la candidatura di Francesco Profumo quale suo successore. Guzzetti ha attaccato chi “continua a inventarsi polemiche tra Torino e Milano che non giovano a nessuno, soprattutto a Torino” e in particolare “questa cosa di collegare la presidenza di Profumo, che è una presidenza che sta nelle cose, che sette-otto mesi fa in pour parler era già sul tavolo”, con quella di Intesa.

“Secondo voi c’è un rapporto tra la presidenza dell’Acri e quella di Intesa Sanpaolo?”, ha chiesto retoricamente Guzzetti, sfidando voci assai accreditate su trattative in corso che vedrebbero in verità assai intrecciate i futuri vertici di banca e associazione: a fronte di una rinuncia di Torino a rivendicare la presidenza di Ca’ de Sass – attualmente ricoperta da Gian Maria Gros-Pietro – per un candidato milanese, lo stesso Guzzetti avrebbe concesso al “torinese” Profumo il viatico per guidare le fondazioni italiane. Investitura che avverrà il prossimo 21 maggio.

Versione, ovviamente, smentita da Guzzetti. “La presidenza di Intesa è la presidenza del futuro di questa banca”, ha proseguito, mentre per la presidenza dell’Acri “è naturale che andandosene il presidente della Fondazione Cariplo arrivi la Compagnia San Paolo”. La fondazione torinese, ha chiosato, “sta all'avanguardia nel sistema Acri. E non è naturale che il presidente Profumo diventi presidente di Acri? Quindi smettano di scrivere che stiamo barattando. La mia cultura è molto diversa ed è quella di lasciare un buon ricordo nelle istituzioni dove ho operato”. Nessuna lotta di campanile: “Non è Torino o Milano - ha concluso - ma si tratta di scegliere quello che serve all’Acri e alla banca, quindi” i futuri presidenti “possono essere due torinesi o due milanesi”. Un ragionamento che non fa una grinza, peccato però ogni volta a rimetterci sia la parte torinese.

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