RIFORME

Quota 100, già mille domande

In Piemonte la provincia con più richieste è Torino con oltre cinquecento. Vco in coda nella classifica nazionale. Le riserve di Fornero e Boeri sul provvedimento tanto caro alla Lega

Sono 1.056 le domande di pensionamento anticipato, grazie alla cosiddetta quota cento, pervenute in Piemonte fino alle 10 di questa  mattina. A rendere noto il dato è l’Inps. In particolare a Torino le domande sono state 558, seguono Alessandria con 152, Cuneo con 122, Asti con 91, Novara con 82, Biella con 51, Vercelli con 50 e Verbano Cusio Ossola con 35.  

Nei dettagli l’Istituto di previdenza ha precisato che a livello nazionale il 30,5% delle domande sono arrivate da dipendenti pubblici mentre la restante parte è afferente a lavoratori o ex lavoratori del settore privato. Rispetto ai comparti, i commercianti sono in cima alla classifica con 1.902 domande, davanti agli artigiani (1.884). Tra le province, il primato per quantità di richieste spetta a Roma (2.108), seguita da Napoli e Milano. Nel complesso le province del Sud superano quelle del Nord; i distretti della Sicilia occupano le primissime posizione. La provincia di Torino è 87esima. Ultima in Italia per gradimento di quota cento è il Verbano Cusio Ossola.

Come noto si tratta di uno dei provvedimenti cardine del governo gialloverde, in particolare sostenuto dalla Lega che ha costruito la propria fortuna in campagna elettorale sulla cancellazione della cosiddetta “Legge Fornero”. Lo stesso ex ministro, parlando questa mattina alla televisione svizzera italiana, ha ribadito che andrebbe capovolto la tesi di fondo del provvedimento, secondo la quale “per creare un posto di lavoro occorre che uno debba andar via”. Un’ipotesi confutata anche dallo stesso presidente dell’Inps Tito Boeri, secondo cui addirittura il 40 per cento dei futuri beneficiari di quota cento è senza lavoro. La migliore garanzia per un sistema pensionistico, ha affermato Elsa Fornero “è data da un mercato del lavoro che funziona bene, se viceversa si lascia ampio spazio agli inattivi viene minacciata una parte rilevante del sistema previdenziale”.

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