LAW AND ORDER

M5s ambiguo lascia Appendino sola a difendere la legalità

La sindaca ribadisce l'appoggio allo sgombero dell'ex asilo occupato e condanna con fermezza le violenze. In Sala Rossa assenze strategiche dei grillini più vicini ai centri sociali. Gli equilibrismi della capogruppo Sganga. Opposizioni all'attacco

Chiara Appendino tiene il punto, attacca i violenti che hanno messo a ferro e fuoco Torino e, per quanto concerne la sua persona, la costringono a vivere sotto scorta, rivendica di aver schierato la città al fianco della legalità in occasione dello sgombero dell'Asilo occupato. Ma si ritrova, pressoché, sola. L’intervento nel centro di via Alessandria “è stata un’importante operazione di pubblica sicurezza eseguita dalla Questura sotto l’impulso della magistratura nell’ambito di una inchiesta per associazione sovversiva, non certo per rispondere a un presunto piano di sgomberi del Viminale o della Città” ha spiegato in Consiglio comunale, la sindaca ribadendo i ringraziamenti alle forze di Polizia per aver  portato avanti un'operazione verso la quale “da parte della Città c’è il pieno appoggio”.

La sindaca ha parlato di fronte a una Sala Rossa in cui spiccavano le assenze dei consiglieri grillini Damiano Carretto, Daniela Albano e Maura Paoli, quelli più vicini alle posizioni dei centri sociali al punto da criticare nei giorni scorsi lo sgombero. Secondo quanto affermato in passato dall'attuale vicepresidente dell'aula Viviana Ferrero (presente) i centri sociali addirittura svolgerebbero "una funzione sociale in città, come gli ospedali". Soffermandosi sulla guerriglia di sabato, Appendino – finita sotto scorta per via delle minacce subite da frange di anarchici e anarco-insurrezionalisti - ha parlato di “azioni portate avanti con modalità criminali che hanno coinvolto anche cittadini che nulla avevano a che vedere con quelle vicende”. Una condanna netta: “Non ho esitato un solo secondo a definire quei fatti di una gravità inaudita – ha aggiunto la sindaca ribadendo che – queste forme di violenza non possono essere confuse con l’esercizio democratico”. Appendino ha parlato di una “vile guerriglia” in cui “chi ha manifestato ha sporcato valori come l’antifascismo, l’antirazzismo e la causa No Tav” ricordando anche gli “ingenti danni a beni comuni, per la cui riparazione verranno impiegate risorse pubbliche”.

L’ambiguità dei Cinquestelle sul tema viene evidenziata inconsapevolmente dalla capogruppo grillina Valentina Sganga, che cercando di tenere insieme posizioni tanto diverse che albergano nella sua formazione, parla di “centri sociali” come “parte integrante di un welfare malato”, che arrivano laddove mancano le istituzioni. “I centri sociali - prosegue Sganga - sono i sostituti di uno Stato che ha abbandonato interi territori allo spaccio, alla disoccupazione e alla povertà”. Una ipocrisia, quella grillina, evidenziata con ancora più efficacia dell’ex consigliera del Movimento 5 stelle Deborah Montalbano, che ha sottolineato come a livello nazionale Luigi Di Maio sostenga i gilet gialli francesi, mentre a Torino una sindaca sempre più in versione law and order sostiene (sacrosante) azioni di polizia contro i teppisti nostrani. Qual è il M5s di governo? Quello che sta con con i gilet gialli o quello che sostiene l'ordine e la legalità? Quello incarnato da Di Maio (e, mutatis mutandis, da Carretto e soci) oppure quello di Appendino? Un'ambiguità incarnata anche dal vicesindaco benecomunista Guido Montanari, secondo il quale ci sono differenze tra l'Asilo e Askatasuna e Gabrio (quest'ultimo è il centro sociale in cui si è formata politicamente la consigliera Paoli). Una posizione che ha fatto discutere soprattutto perché resa pubblica mentre le minacce dei centri sociali costringevano Appendino alla scorta. 

Lo hanno sottolineato Silvio Magliano (Moderati), Stefano Lo Russo (Pd), Osvaldo Napoli (Forza Italia) e, seppur con toni diversi, tutti gli altri esponenti di opposizione. Un plauso - ampiamente atteso - all'operazione di politizia è arrivato invece dal leghista Fabrizio Ricca, che ha sottolineato la svolta salviniana dietro al pugno duro contro i delinquenti di ogni estrazione.

Appendino smentisce invece l’esistenza di un piano per lo sgombero dei centri sociali del Viminale. Per la sindaca è importante che “in quel quartiere i cittadini finalmente hanno capito che lo stato c’è, è presente”. A questo proposito ha ricordato che “l'immobile resterà pubblico, non entrerà a fare parte del piano di dismissioni immobiliari ma verrà destinato a realtà non profit che metteranno in piedi reali attività di utilità sociale, in maniera partecipata, nell'interesse del quartiere e delle persone in difficoltà. Ho già richiesto al ministero che l’Ex Asilo diventi simbolo della rinascita del quartiere Aurora”.