Tav: Ance, ogni miliardo di mancati investimenti vale 15mila posti in meno
"Quando si interrompe un'opera di tale valenza, vitale, il primo pensiero va alla filiera che non verrà attivata". Il presidente dell'Ance, Gabriele Buia commenta l'analisi costi benefici sulla Tav e la cifra dei 50mila posti di lavoro persi, a margine di un convegno dell'Associazione nazionale Cavalieri di Gran Croce. "Sono stime nostre perché ogni miliardo di mancati investimenti comporta 15mila posti in meno tra diretti e indiretti. Qualunque infrastruttura in generale deve far crescere il paese ma anche creare occupazione". Buia parla "oggi di un danno immediato" anche perché "per lo spostamento di risorse si impiegheranno anni". E avverte: "Capisco, ad esempio, l'idea di dotare Torino della metropolitana ma si sbagliano se pensano di usare queste risorse subito, ci vorranno anni".
Buia ricorda che l'Ance ha creato un sito proprio per monitorare lo stato dei cantieri bloccati: "Abbiamo mappato quasi 600 opere, tra cui anche la Tav, per un totale di 35 miliardi di euro. Non possiamo pensare di bloccare opere per 35 miliardi". Il presidente dell'Ance ha voluto sottolineare come "è di oggi anche la notizia della ipotesi di bloccare la Campogalliano-Sassuolo che anch'essa verrà sottoposto all'analisi costi-benefici" e punta il dito sul riutilizzo di risorse che richiede anni. "Basti pensare che secondo statistiche della Presidenza del Consiglio, per attivare un cantiere da 200mila euro ci vogliono 3 anni e per uno di grande dimensioni, su 100 milioni, si stimano 15 anni e 7 mesi. Inoltre la Presidenza del Consiglio dice che il 54% di questi tempi sono 'tempi di attraversamento', vale a dire tempi burocratici di passaggio da un ente all'altro da un'amministrazione all'altra, non sono tempi progettuali. Per i cantieri, quindi, Ance chiede provvedimenti urgenti "come un decreto legge da attuare in poco tempo" altrimenti "peggioreremo ancora la situazione; con la recessione tecnica non abbiamo tempo di disegni di legge con i tempi biblici".
