FIANCO SINISTR

LeU deraglia sulla Tav, Fornaro: "Va fatta"

La Torino-Lione segna un solco tra le due componenti di una formazione oramai in frantumi. Mentre Sinistra italiana auspica la rinuncia all'opera, il capogruppo alla Camera invita a rispettare il trattato internazionale e proseguire i lavori

La Tav sancisce anche la già avvenuta fine di Liberi e Uguali. Divisi tra il sì e il no alla Torino-Lione, i protagonisti della breve esperienza elettorale a sinistra nel nome dell’ex presidente del Senato Pietro Grasso mostrano due visioni decisamente differenti sulla grande opera avversata dai Cinquestelle che, a questo punto, trovano sponda solo più in Sinistra Italiana.

"Siamo convinti, e non da oggi, che la Tav sia un'opera inutile, dispendiosa e perfino obsoleta. E al di là dell'analisi sui costi e sui benefici e di come è stata costruita pensiamo che sia arrivato il momento di chiudere questa pagina", ribadisce Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana e deputato del gruppo Leu. "E che sia ora di investire le risorse – aggiunge – per potenziare il trasporto pubblico che riguarda milioni di persone che sono pendolari per lavoro o per studio in questo Paese".

Diametralmente opposto il pensiero di Pierluigi Bersani, ex Pd fondatore di Articolo1-Mdp, che interpellato sulla questione dice chiaramente che la Torino-Lione “è una modernizzazione della rete europea, e tagliar fuori il nord ovest dell'Italia da un processo di modernizzazione è una scelta molto impegnativa e negativa". L’ex segretario del Pd nella sua analisi, prontamente rilanciata dal capogruppo di Leu alla Camera Federico Fornaro – “da sempre favorevole alla Tav, senza però farne una guerra di religione” – osserva che “se fosse vero, come pare, che viene contabilizzata come un costo la minore entrata delle accise, si arriverebbe al paradosso".

Insomma meno Tir e meno inquinamento uguale costi e non benefici, nella visione della commissione voluta dal ministro Danilo Toninelli e affidata al professor Marco Ponti. Dice Bersani a Radio Radicale: "Più il tunnel è un'operazione efficace, meno andrebbe fatta, più camion vengono trasferiti sui treni, meno c'è interesse a fare il treno. Voglio leggere la relazione, perchè veramente non riesco a credere a un argomento così paradossale". Per Bersani non stiamo parlando di un treno fatto di una locomotiva e sette vagoni, bensì di “un potenziamento di un'infrastruttura per il trasporto di merci e di persone, che consentirebbe ai treni merci di caricare anche i semirimorchi che hanno bisogno di gallerie alte e di viaggiare non a trenta ma a centoventi centotrenta all'ora, e che consentirebbe ai passeggeri di viaggiare a duecentoventi duecentotrenta all'ora. Una modernizzazione della rete europea”.

Chiarissima, insomma, la diversità di vedute e di approccio alla questione della Torino-Lione in quella sinistra che già si era divisa su altri temi. Del resto anche in Piemonte questa differenza sostanziale è emersa con nettezza nella posizione No Tav del consigliere regionale di Si Marco Grimaldi e in quelle, al contrario, favorevoli degli ex bersaniani che siedono a Palazzo Lascaris, ovvero Silvana Accossato e Valter Ottria.

Un sì “non ideologico” come sottolinea da sempre Fornaro, segnando una differenza rispetto a linee decisamente più pasdaran. Il presidente dei deputati di LeU pur schierandosi decisamente per la prosecuzione dei lavori non smette di avvertire la necessità di evitare l’approccio alla questione “come se fosse una guerra di religione”, valutando eventuali soluzioni di aggiustamento del progetto senza per questo metterlo in discussione o peggio, come intendono fare i Cinquestelle, cancellarlo.

Valutando l’impatto del tema Torino-Lione in una prospettiva elettorale in vista delle regionali di maggio, lo stesso Fornaro ha avvertito il centrosinistra del rischio insito nell’affidare a questo tema un valore eccessivo per l’auspicato successo elettorale: “Immaginare un recupero dei voti perduti puntando su quest’opera mi pare illusorio”. Per quanto riguarda “un’ analisi costi-benefici che consideri nei costi negativi il mancato introito per lo Stato di pedaggi e di accise, sottostimando i benefici ambientali per il trasferimento del traffico merci dalla gomma alla ferrovia” Fornaro annota come “sarebbe considerata tecnicamente irricevibile in ogni nazione avanzata”.

Il parlamentare piemontese osserva come “in tutte le grandi nazioni è in atto da molti anni una strategia per diminuire il trasporto delle merci attraverso le autostrade in ragione degli elevati costi ambientali della trasporto su gomma. Usando lo stesso metro della commissione Ponti, potremmo tranquillamente aumentare all’infinito l’inquinamento dei gas di scarico perché il trasporto pubblico sottrae soldi alle casse dello Stato perché i cittadini userebbero meno l’automobile”. Infine un richiamo alla politica: “Riprenda fino in fondo il suo ruolo e le sue responsabilità, rivedendo se necessario il progetto sulla tratta italiana della Tav, ma rispettando il trattato internazionale con la Francia per la costruzione del tunnel”.

Ciò detto, è ormai chiaro come la divisione negli ormai ex Liberi e Uguali, con possibili effetti sull’alleanza a sostegno di Sergio Chiamparino per il voto di maggio, passi anche per il tunnel.

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